Emilia, a Modena e Reggio l’aria più inquinata

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Legambiente ha presentato il rapporto “Mal’Aria di città 2023: cambio di passo cercasi”, l’annuale analisi sullo stato dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane capoluogo di provincia. I dati ufficiali delle centraline di monitoraggio parlano chiaro: i livelli di inquinamento in molte aree del Paese sono ancora troppo alti, soprattutto in Pianura padana.

Il report dell’associazione ambientalista ha preso in considerazione sia i valori delle polveri sottili (PM10 e PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). Il quadro che ne emerge non è affatto confortante: sono ben 29 i capoluoghi (sui 95 complessivamente monitorati) che hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10, ovvero un massimo di 35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi di polveri sottili per metro cubo d’aria.

Sul podio di questa poco invidiabile classifica ci sono le stazioni di rilevamento di Torino/Grassi (98 giorni di sforamento nel 2022), Milano/Senato (84) e Asti/Baussano (79), ma al quarto posto ecco spuntare la centralina di Modena/Giardini con 75 sforamenti, più del doppio di quanto consentito su base annua. Non se la passa molto meglio Reggio, con 64 sforamenti registrati dalla centralina di viale Timavo; ma in Emilia-Romagna tra le “città fuorilegge” per numero di sforamenti figurano anche Piacenza (stazione di rilevamento Giordani-Farnese, 47), Parma (Montebello, 46), Rimini (Flaminia, 42) e Ravenna (Zalamella, 37).


Osservando le medie annuali, in Emilia-Romagna la città più problematica per valori di PM10 è Modena (33 μg/mc), seguita a breve distanza da Reggio (32 μg/mc) e da Piacenza (31 μg/mc); sul fronte delle PM2.5, invece, la situazione peggiore è a Piacenza (22 μg/mc), seguita a quota 18 μg/mc da Reggio e Modena. La città della Ghirlandina è primatista anche per quanto riguarda l’inquinamento da biossido di azoto, con una media 2022 di 27 μg/mc, seguita a stretto giro da Reggio e Rimini (25 μg/mc).

L’unica (parziale) buona notizia è una variazione media annuale degli inquinanti nel periodo 2011-2021, che vede il segno meno davanti al nome di tutte le città capoluogo di provincia della regione (ad eccezione dei livelli di PM10 a Ravenna, dove il dato è rimasto invariato), con una diminuzione compresa tra l’1% e il 3%: le più virtuose sono Parma e Forlì.


Secondo Legambiente, tuttavia, si tratta di un trend al ribasso dall’entità ancora insufficiente. Dal primo gennaio del 2030, infatti, entreranno in vigore i nuovi limiti previsti dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria: per rientrare nei parametri aggiornati città come Modena e Reggio dovrebbero diminuire i livelli di PM10 rispettivamente del 39% e del 38% in confronto ai valori attuali, Piacenza del 34%, Parma del 32%, Rimini e Ferrara del 30%, Ravenna del 26%, Bologna e Cesena del 20%, Forlì del 18%. Un obiettivo che, con questi ritmi di decrescita, sembra irraggiungibile in soli sette anni.



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  1. Alberto

    Sono residente a Reggio Emilia, nel 2022 ho acquistato auto ibrida, con 2 obbiettivi, risparmiare costi carburante ed inquinare meno. Vado all’ACI di pieve modolena per sapere del rimborso parziale bollo, per chi acquista auto ibrida. Mi dicono che la regione Emilia-Romagna per l’anno 2022 ha tolto incentivo sul bollo per chi acquista auto ibride. Sono rimasto basito e sono arrabbiatissimo. Per una regione con aria velenosa togliere l’incentivo sul bollo è terrificante.


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