Ecosistema Urbano, Reggio perde il primato: era la più green d’Italia, ora è sesta

piste ciclabili Reggio Emilia autunno

Il nuovo rapporto Ecosistema Urbano 2025, lo studio di Legambiente – realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore – per misurare le performance ambientali dei capoluoghi di provincia italiani, ha visto Reggio perdere il primato: la città del Tricolore, infatti, l’anno scorso era prima, mentre quest’anno è scivolata fuori dal podio, scendendo al sesto posto assoluto dietro Trento, Mantova, Bergamo, Bolzano e Pordenone.

La classifica si basa su 19 parametri scelti per “fotografare” le performance ambientali di 106 città capoluogo italiane in cinque macroaree: aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente.

Reggio, pur avendo perso qualche gradino in classifica generale, mantiene comunque alcune posizioni di rilievo a livello nazionale: è prima in Italia per piste ciclabili, quarta per verde totale, settima per numero di alberi, nona per quanto riguarda la raccolta differenziata; ma è ultima in classifica, invece, per il tasso di motorizzazione.

Nella top ten, dopo Reggio, trovano spazio anche altre città emiliano-romagnole: Parma è settima, Rimini ottava, Bologna nona e Forlì decima.

“Solo un anno fa – ricorda Bokar Diop, presidente di Legambiente Reggio – la nostra città era in cima alla classifica. Prima tra 106 capoluoghi, davanti a realtà storicamente virtuose sul fronte ambientale. Si parlava di ‘regina green’. Oggi siamo sesti. Non è una tragedia, ma un segnale chiaro: non possiamo vivere di rendita. La transizione ecologica è una corsa senza traguardo. Il primo posto non è un selfie da incorniciare: è una responsabilità da rinnovare ogni anno. Se altre città ci superano, significa che stanno correndo più forte. Noi dobbiamo accelerare, non accontentarci”.

“Abbiamo piste ciclabili, ma non le usiamo. Abbiamo raccolta differenziata, ma continuiamo a comprare imballaggi. Abbiamo spazi verdi che dovremmo tutelare, ma consumiamo nuovo suolo. La sfida è cambiare le nostre abitudini, non solo fare infrastrutture e piste ciclabili. Reggio ha chilometri di piste ciclabili, ma nel Bilancio ambientale comunale 2024 si segnala che il 64% degli spostamenti avviene con mezzi motorizzati privati. E con 88 auto ogni 100 abitanti, siamo tra i più motorizzati d’Italia. Questo ‘gap di utilizzo’ pesa su qualità dell’aria, sicurezza stradale e spazio pubblico, e limita il potenziale degli investimenti già fatti”.

E ancora, prosegue Diop: “Facciamo la raccolta differenziata da campioni (84%), ma produciamo 671 kg di rifiuti pro capite. Non basta differenziare bene se continuiamo a produrre troppi rifiuti. Non basta piantare nuovi alberi se abbattiamo quelli esistenti per consumare nuovo suolo costruendo edifici, parcheggi e centri commerciali. La sfida non è solo tecnica, è culturale. Oggi gli interventi a tutela dell’ambiente sono frammentati: mobilità da una parte, acqua dall’altra, rifiuti in un altro assessorato”. E allora “serve una visione integrata, con l’ambiente come asse centrale e trasversale di ogni scelta urbana. Ma una strategia, da sola, non basta: occorre la forza di una comunità che agisce ogni giorno. Non è una corsa a chi conquista più riconoscimenti, ma una sfida quotidiana per migliorare la qualità della vita: per respirare meglio, vivere meglio, lasciare una città più bella ai nostri figli. Ogni pedalata, ogni albero, ogni bottiglia di plastica evitata è un passo avanti. Reggio ha tutto per tornare in testa. Ma serve una cosa che nessuna classifica misura: la volontà di cambiare, insieme”.



Ci sono 4 commenti

Partecipa anche tu
  1. Petrus

    Qualcuno riconosce che buona parte delle tanto sbandierate “piste ciclabili” della nostra città altro non sono che strisce pitturate sull’asfalto?

    Piste ciclabili dovrebbero essere percorsi sicuri e separati dal manto stradale, dedicati esclusivamente al transito ciclopedonale, con sensi di marcia definiti (quindi esclusi mono pattini o biciclette elettriche che sfrecciano contromano).

    L’assessore Bonvicini si faccia un giro in Olanda, o anche in Trentino Alto Adige, per visionare di persona le vere piste ciclabili…

    • Orbàn Mila

      Concordo: si faccia un giro lontano da questa (ex) città e veda di non tornare mai più, visto che di danni ne ha già fatti abbastanza (ovviamnete a spese dei contribuenti, come il geGnio che l’ha preceduta).

    • kursk

      la Carlotta la si vede spesso in bici, ma sarei capace anche io se
      lavorassi in centro storico invece che dovermi muovere da una parte all’altra della citta’ e di provincia in provincia con il baule pieno di attrezzature….


Invia un nuovo commento