Ruba all’Ikea e picchia cassiere, in cella

Si trovava alle casse, quando è stato avvicinato da due coppie di giovani che passando dalla corsia riservata all’uscita dei clienti dell’Ikea di Parma gli hanno chiesto indicazioni in merito sull’ingresso nel negozio. 
 
Successivamente ha notato le stesse due coppie con due carrelli pieni di merce spinti dalle donne le quali cercavano di uscire dalla corsia riservata ai clienti senza acquisti per poi passare dalle casse self service del negozio senza fermarsi a pagare. I 4 venivano raggiunti dal dipendente, un 30enne di Parma, fermati oltre le casse con la merce non pagata e invitati ad attendere l’arrivo della guardia giurata. 
 
In quel frangente per fuggire uno dei quattro, identificato poi in un 30enne reggiano, ha spinto violentemente il cassiere per poi colpirlo al volto e al petto. Le due ragazze poi hanno abbandonato i carrelli dandosi alla fuga, mentre il 30enne e l’amico venivano fermati, grazie anche all’arrivo della guardia giurata, e condotti in ufficio, dove erano raggiunti dalle due amiche rintracciate e prese dai carabinieri, giunti su richiesta del personale dell’Ikea. 
 
I 4 identificati in un 30enne, un 23enne, una 28enne e una 23enne, tutti di Reggio Emilia, sono stati condotti in caserma e denunciati per concorso in rapina aggravata e lesioni. Il cassiere infatti ricorso alle cure mediche ha riportato una prognosi di 7 giorni per contusioni varie. La refurtiva, costituita da merce varie per un valore di oltre 1.700 euro, veniva recuperata e restituita al negozio. 
Quindi l’iter processuale con la condanna a un anno, 3 mesi e 26 giorni di reclusione a carico del 30enne per i reati di rapina impropria e lesioni.  
La sentenza, divenuta definitiva, ha visto quindi l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura di Parma emettere il provvedimento trasmesso ai carabinieri di Reggio Emilia Santa Croce che lo eseguivano raggiungendo il 30enne presso la sua abitazione dove avuta la sua presenza la dichiaravano in arresto conducendolo dapprima in caserma per le formalità di rito e quindi condotto in carcere per l’espiazione della pena.