Reggio. Cooperativa Acapo: sciopero per chiedere retribuzioni in linea con quelle del Comune

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Nella giornata di oggi, 17 febbraio 2020, le lavoratrici e i lavoratori della cooperativa sociale Acapo hanno proclamato lo sciopero per l’intera giornata per chiedere uguali diritti e uguale salario rispetto al personale del Comune di Reggio Emilia che svolge le medesime mansioni e con la stessa qualifica professionale.
La Soc. Coop Acapo è subentrata, a seguito dell’aggiudicazione della relativa gara, nell’appalto in due lotti per la gestione della centrale operativa del Comune di Reggio Emilia che riguardano i servizi di ingegneria e manutenzione e quelli anagrafici.

Nonostante sia statutariamente inquadrata come coop sociale, la Acapo sta applicando ai propri dipendenti, in forza presso l’ente, il CCNL multiservizi anziché il CCNL coop sociali che, non solo evidenzia una palese incongruenza e un illecito rispetto all’oggetto dell’appalto, ma ha anche procurato e sta procurando un danno economico e previdenziale, per le lavoratrici e i lavoratori, che oscilla tra i mille e i tremila euro annui.

Oltretutto la Acapo non sta rispettando neanche il vincolo dell’art.17 del capitolato d’appalto che prevede chiaramente che il trattamento economico da riservarsi al personale destinato alle attività del servizio dall’impresa aggiudicataria dell’appalto debba rispettare quello riservato dall’ente ai propri dipendenti in servizio nelle qualifiche professionali vigenti.
Purtroppo, sulla questione, il Comune di Reggio Emilia, che pure è stazione appaltante e come tale dovrebbe vigilare sull’osservanza delle norme e degli adempimenti dell’appalto, ha dimostrato indifferenza e disinteresse arrivando anche a disertare l’incontro in Prefettura richiesto, come SGB, al fine di provvedere a definire un tentativo di conciliazione sia la con la coop Acapo che con l’ente.

Questa delicata situazione, che, ancora una volta, colpisce le lavoratrici e i lavoratori, è frutto del perfido sistema appalti e del criterio di assegnazione economicamente più favorevole che precarizza, erode salari e soffoca i diritti.
Basta con la differenziazione dei contratti tra lavoratrici e lavoratori che operano fianco a fianco nei servizi pubblici.
Uguale lavoro, uguale dignità, uguali diritti, uguale salario!