Radiovasca. Il Pd è ancora vivo (forse)

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Reggio guadagna quattro posizioni nell’indagine annuale di “Italia Oggi” sulla qualità della vita piazzandosi all’undicesimo posto.

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Buona notizia per il Pd reggiano e per il sindaco Luca Vecchi, che entro breve annuncerà ufficialmente la sua autocandidatura.

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A riscaldare le speranze del centrosinistra reggiano – o per meglio dire, di quel che fu – è arrivato anche un sondaggio (immediatamente secretato) che vede il Pd primo partito, al di sopra del 30%, seppure in lieve vantaggio sulla Lega. Più staccati, ma non di molto, i 5Stelle.

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I grillini hanno ripreso a piantare alberi e, tra qualche ironia, hanno comunque rinvigorito la loro immagine di unica forza politica a spendersi anche fisicamente per la tutela dell’ambiente. Una mossa utile anche a rintuzzare le critiche in materia, che si affianca alla dura polemica di Luigi Di Maio sugli inceneritori.

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I pentastellati sono tuttavia ancora distanti dall’aver individuato lo (o la) sfidante di Vecchi per la Sala Tricolore. I nomi che girano, come peraltro si può evincere dal sondaggio di 24Emilia, sono più o meno sempre gli stessi.

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Fuori dal M5S sono molti i quali vorrebbero Maria Edera Spadoni candidata sindaco, ma tendono a dimenticare le regole interne al Movimento, secondo cui chi sta svolgendo un incarico (la Spadoni è deputata, e per di più vicepresidente di Montecitorio) è tenuto a portarlo a termine sino alla scadenza del mandato. E’ del tutto improbabile, dunque, una candidatura di Ederina. Anche perché vincere a Reggio Emilia, per i grillini, non è affatto scontato.

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Vecchi e il Pd stanno disegnando uno scenario che li vorrebbe promotori di una serie di liste civiche in grado di ampliare il più possibile l’entrata in gioco delle numerose forze associative, anche di orientamento politico non strettamente organizzato, capaci di portare il sindaco uscente alla vittoria al primo turno.

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Impresa improba, se davvero il Pd in città è al 30%. Ma di qui a maggio la strada è lunga.

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Con Vecchi ci saranno senz’altro una lista collocata a sinistra (l’area rimasta orfana prima di Sel e poi di Leu, per intenderci), una lista civica vera e propria, ossia non schierata politicamente, ma in grado di fare scendere in campo nomi rilevanti delle professioni, del volontariato, dello sport, dell’associazionismo, dell’educazione, della cultura. Bei nomi reggiani, in sostanza.

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Interessante sarà poi capire se in lizza ci sarà anche +Europa. Alle recenti elezioni politiche, nel Comune di Reggio, i sostenitori di Emma Bonino ottennero senza neppure una presenza locale organizzata il 3,5%. Numeri che potrebbero fare comodo al sindaco, soprattutto ora che +Europa si prepara a una campagna nazionale per le elezioni europee e che sta per ufficializzare la nascita della propria associazione reggiana.

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Vista dal centrosinistra, Reggio città appare nei sondaggi la messa meno peggio rispetto alle città vicine (con l’esclusione di Bologna, dove pure la situazione non è tragica). Molto dipenderà anche dai candidati sindaci che saranno schierati dal centrodestra, la cui presentazione unitaria tradizionale (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia). Le candidature saranno scelte su base regionale e non è scontato che a Reggio tocchi proprio a un leghista. La circostanza è avvalorata dalle divisioni interne al Carroccio emiliano, dove la figura del coordinatore regionale Gianluca Vinci non piace a tutti.

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I nomi circolati nei giorni scorsi sui media appaiono specchietti per le allodole. E’ del tutto da escludere, ad esempio, che un imprenditore impegnatissimo quale è Stefano Aleotti abbia tempo e voglia di buttarsi in politica. Iniziano a muoversi invece figure di lungo corso il cui ruolo di “suggeritore” viene più o meno gradito. Si nota il notevole attivismo di Carlo Baldi alle iniziative dei 5Stelle.
E gli stessi 5Stelle hanno recentemente invitato a parlare di euro e di scenari economici Primo Emilio Gonzaga, economista, già direttore dell’Ifoa.

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Abbiamo iniziato col Pd e col Pd, per il momento, chiudiamo. I candidati di peso ora sono tre: Nicola Zingaretti, Marco Minniti e Maurizio Martina.

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A Reggio il vantaggio di Zingaretti appare già molto consistente, a partire dall’appoggio del segretario provinciale Andrea Costa e della quasi totalità dell’area non renziana del partito. Graziano Delrio – che con Minniti lo scorso anno ebbe una polemica forte nel governo di cui entrambi facevano parte in materia di immigrati – ha caldeggiato la discesa in campo di Martina e certamente lo appoggerà, con buona parte dei suoi sostenitori locali.

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Con Minniti, al momento, e al di là della stima che generalmente gli viene riconosciuta per storia, qualità politica e competenza di governo, al momento non si è schierato alcuno tra sindaci e amministratori. Certamente qualcuno uscirà. Forse il meno distante è, al momento, Andrea Rossi, deputato, che non si è mai troppo allontanato da Matteo Renzi e che comunque, in un quadro politico destinato a profondi mutamenti, può permettersi in questo momento qualsiasi scelta.