Cgil Reggio: “Lo smart working non è la risposta ai problemi di conciliazione vita-lavoro delle donne”

smart working donna madre

La pandemia di nuovo coronavirus, oltre ai ben noti problemi di natura sanitaria, ha portato con sé anche importanti ripercussioni negative sul mondo del lavoro, ad esempio accentuando le difficoltà di conciliazione tra vita e lavoro. Per Elena Strozzi della Cgil di Reggio “nonostante il perdurare della situazione di emergenza continuiamo ad assistere a un’intollerabile discrasia temporale tra gli interventi di distanziamento sociale utili ad arginare la diffusione del virus e quelli necessari ad attutire le pesanti ricadute su famiglie, lavoratrici e lavoratori”.

Dopo mesi di sperimentazione “forzata” dagli eventi, infatti, “siamo ancora lontani da una verifica complessiva dell’impatto reale degli strumenti adottati durante la prima ondata, ormai un anno fa, e lontani dalla scelta di misure sostenibili sia dal punto di vista degli effetti economici che sociali”.

Anche l’emanazione del provvedimento sui congedi, pur arrivato “con forte ritardo”, secondo Elena Strozzi “agisce a copertura del periodo pregresso, prevedendo la convertibilità dei congedi ordinari già fruiti. Ma lavoratrici e lavoratori hanno fruito limitatamente di questo diritto a causa dell’incertezza della normativa sulla copertura retributiva e contributiva. Una considerazione, questa, che ci viene da un osservatorio privilegiato come quello del nostro patronato Inca”, ha spiegato la sindacalista.

In questo quadro, dunque, “è difficile, per non dire incomprensibile, pensare lo smart working come un’alternativa alla fruizione dei congedi. Il lavoro agile, cui si rivolgono soprattutto le donne, rischia di riconfermarsi anche nella nostra provincia (come a marzo 2020) una gravosa segregazione domestica in cui il lavoro a distanza si aggiunge a quello di cura, aumentato a dismisura dalle restrizioni imposte dallo status di zona rossa: pensiamo solo alla chiusura delle scuole”.

Per la Cgil reggiana si tratta quindi di un tema prioritario che incrocia le questioni di genere, sia per ragioni di esercizio del diritto ed equità sociale sia per motivazioni squisitamente economiche: “Crediamo – ha concluso Strozzi – che sia urgente introdurre forme di incentivazione all’utilizzo dei congedi da parte dei padri e sostegni a tutte le famiglie senza preclusioni e discriminazioni, ma soprattutto proteggere e rilanciare l’occupazione femminile, che ha pagato e sta pagando un prezzo salatissimo alla crisi economica attuale”.