Alluvione, l’invito di Figliuolo a non fare polemiche ne provoca un’altra

Priolo e Figliuolo in Romagna

L’invito ai sindaci a non fare polemiche ha inevitabilmente finito per provocarne altre. La cossighiana esternazione di ieri del commissario straordinario per l’alluvione in Emilia-Romagna, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha infatti suscitato una ondata di risentite controdichiarazioni da parte di sindaci e Pd.

“Il lavoro dei sindaci è semplicissimo: se questa è davvero l’espressione usata da chi dirige la struttura commissariale dell’alluvione, esprime un’idea lontana anni luce da quella che è la realtà concreta del lavoro degli amministratori – ha detto il responsabile per l’alluvione del Partito democratico alla Camera Andrea Gnassi – Non vorremmo che tradisse anche un certo fastidio, quasi come se le richieste dei primi cittadini che denunciano procedure complesse e risorse che non arrivano fossero reato di lesa maestà”.
“Le capacità del generale Figliolo e il suo servizio per il bene comune sono riconosciuti e apprezzati. Con sindaci e Regioni ha già lavorato durante il Covid. Sull’alluvione in Emilia Romagna ha potuto contare su un tessuto sociale e istituzionale serio e solido. Siamo certi nel sostenere che non si volessero addossare responsabilità per i ritardi a più di cento amministratori che da maggio in Emilia Romagna si confrontano con difficoltà enormi, dalle vittime annegate nel fango a chi ha perso tutto, fino alle opere da ricostruire”, aggiunge l’esponente dem.

“Ci sono amministratori di piccoli Comuni con più frane che abitanti, senza dipendenti, senza funzionari e che hanno a che fare con opere imponenti come il ripristino di strade essenziali per un’intera regione. Se tutto il meccanismo messo in campo per la ricostruzione è così farraginoso e complesso, ricordiamo come sindaci e Regione avessero avanzato proposte diverse e meno contorte da quelle poi messe in campo e in capo a una struttura commissariale così istituita. Magari più che ai sindaci bisognerebbe rivolgersi allo stesso governo per accelerare e cambiare passo. La si può dire come si vuole, ma è un punto fermo purtroppo che le ordinanze per i nuovi lavori per la messa in sicurezza o il ripristino di strade, scuole e altri edifici pubblici ancora non ci sono. In questo senso, auspichiamo che al più presto si ristabiliscono costanti e puntuali meccanismi di confronto e collaborazione tra territorio e commissario”, conclude Gnassi.

“I Comuni stanno seguendo pedissequamente tutte le procedure, a volte eccessivamente burocratiche, per ricevere le risorse necessarie – commenta invece il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, dichiarandosi “stupito” dalle dichiarazioni del generale – Per quel riguarda i rimborsi, come Provincia e Comune di Ravenna abbiamo fatto la richiesta e ricevuto l’anticipo. Altri Comuni chiederanno direttamente il saldo per non dover fare inspiegabilmente le procedure due volte, ma siamo davanti ad aspetti tecnici non di sostanza. In aggiunta a questi e ancora più rilevanti, sono però i quasi 90 milioni per nuove opere stradali che abbiano richiesto come enti locali della provincia di Ravenna. Opere essenziali per garantire la sicurezza soprattutto in collina. Tutto questo mentre migliaia di famiglie e imprese attendono ancora con ansia e preoccupazione gli indennizzi promessi”.

“Senza voler alimentare ulteriori polemiche, non riesco però proprio a capire come Figliuolo possa definire “semplicissimo” il lavoro del sindaco di un comune alluvionato – conclude De Pascale – Penso soprattutto a molti colleghi di piccoli Comuni di pianura o di collina. Proprio per la stima che nutro nei suoi confronti, mi sento di dare al commissario Figliuolo un consiglio non richiesto che proviene proprio dalla vita quotidiana di un sindaco: non viva le critiche e i suggerimenti come “lesa maestà”, ma come sprone a fare sempre meglio”.

“Trovo sconcertanti le dichiarazioni di Figliuolo” afferma infine, sempre da Ravenna, il segretario provinciale del Pd Alessandro Barattoni – e mi pare che sia lui che in tanti comuni ancora non si è fatto vedere che cerca uno spunto per fare polemica. Siamo in un momento in cui c’è ancora molta paura degli effetti di nuovi eventi meteorologici e persiste l’incertezza di persone e imprese di fronte ai gravi ritardi del governo nei rimborsi e negli indennizzi.

Anche per questo ci vuole grande rispetto per il lavoro dei sindaci che, in questi mesi, si sono dati da fare enormemente per rendicontare i danni e richiedere gli indennizzi oltre che gli stanziamenti per la messa in sicurezza del territorio. Qui la collaborazione degli amministratori locali non è mai venuta meno ed è anche grazie al loro incessante lavoro di concerto con la Regione e la struttura commissariale se la settimana scorsa non ci siamo allagati nuovamente e le riparazioni effettuate in questi mesi hanno dimostrato un’importante capacità di tenuta.

La Romagna e i romagnoli stanno provando a rialzarsi dal disastro dell’alluvione, cercare dei colpevoli per dare adito alla speculazione politica fa male ai cittadini colpiti dal disastro e a tutto il nostro territorio. Venga più spesso nel territorio, incontri amministratori e cittadini guardandoli all’altezza degli occhi e non dall’alto del sorvolo di un elicottero e si accorgerà che di polemiche ne facciamo volentieri a meno, di soldi, idee e lavori no”.



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