La “sete” di liquidità delle aziende reggiane emerge con chiarezza dalle indagini dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio.
Sono infatti 5.620, nei primi cinque mesi del 2020, le domande inviate da imprese e professionisti della provincia di Reggio Emilia al Fondo di garanzia del Ministero dello Sviluppo Economico, potenziato dal Decreto “Liquidità”, per fare fronte alle esigenze immediate di liquidità delle imprese e dei professionisti che stanno affrontando le conseguenze dell’epidemia da Covid-19.
Nello stesso periodo del 2019 le domande reggiane presentate al Fondo di garanzia, attivato dal Mise già negli anni passati, superavano di poco le 400 unità per un valore di 87,4 milioni di euro.
Tornando ai dati di quest’anno, le richieste inviate dalla nostra provincia rappresentano poco più dell’11% di quelle presentate complessivamente in Emilia-Romagna (49.539 le richieste e oltre 2 miliardi il valore) e collocano il territorio reggiano al terzo posto a livello regionale dopo Bologna (con il 21,5% delle domande) e Modena (17%).
Al 31 maggio di quest’anno l’importo finanziato a seguito delle richieste presentate dalle imprese reggiane supera i 274 milioni di euro, con un importo medio di oltre 48.700 euro. Il 92% delle domande reggiane inviate – ovvero 5.179 unità – riguarda operazioni fino a 25mila euro, per un valore totale di 108,5 milioni e un importo medio di quasi 21.000 euro; per il circa i 7% delle operazioni, inoltre, il finanziamento richiesto supera i 100 mila euro.
Più di una richiesta su quattro attiene le attività del commercio e riguarda prevalentemente i negozi di vendita al dettaglio in sede fissa e svolte da ambulanti (circa il 13% delle operazioni reggiane inviate complessive), anche se il maggior importo fa riferimento al commercio all’ingrosso (19% sul totale).
Una quota pari al 19% del totale delle domande (che sale però a più del 35% in termini di valore) è rappresentata dai finanziamenti richiesti dalle attività manifatturiere, con una prevalenza del settore della metalmeccanica (circa l’8% del totale richieste e oltre il 18% dell’importo finanziato complessivamente), seguita dalla trasformazione alimentare (1,9%) e dal sistema moda (1,8%).
Hanno poi raggiunto il 14% del totale le domande inviate dalle imprese di costruzioni, di ingegneria civile e di installazione di impianti elettrici, idraulici e per la distribuzione di gas, tinteggiatura, posa in opera di pavimenti e rivestimenti, ecc.
Numerose, poi, sono state le richieste di finanziamento garantito dallo Stato presentate dalle attività dei pubblici esercizi: in provincia di Reggio Emilia sono oltre il 12% del totale (con un’incidenza sul valore che, però, si limita al 5%) le domande presentate da bar, ristoranti e altri servizi di ristorazione e dalle attività di alloggio reggiane.
Relativamente alle attività dei servizi, hanno superato il 7% le richieste inviate da professionisti che svolgono attività professionali, scientifiche e tecniche: studi legali, di consulenza e gestione aziendale, studi di collaudo e analisi tecniche, di ingegneri ed architetti.
Sempre rimanendo nell’ambito del settore terziario, sono oltre il 9% le domande presentate dalle attività dei servizi alle persone, con una prevalenza di quelle definite degli “altri servizi” che comprende le attività dei barbieri e parrucchieri, gli istituti di bellezza, le lavanderie, per citare i principali.
Ultimi commenti
"CEMENTO" MORI...come dicevano i latini....
Sarebbe interessante sapere quanti diritti edificatori ancora non soddisfatti ci portiamo dalle passate giunte.
Come precisato dall'assessore Pasini la responsabilità è della precedente Giunta (di "centrodestra"?)