Strage di Bologna. Potrebbe essere lui, Bellini riconosciuto in un video dall’ex moglie

Paolo Bellini fotogramma Super8

L’altro giorno la procura generale di Bologna ha chiuso notificando quattro avvisi di fine indagine la nuova inchiesta sulla Strage del 2 agosto 1980.

Tra i destinatari dell’avviso anche Paolo Bellini, 63 anni, noto a Reggio Emilia con il soprannome di bandito della Mucciatella o la Primula nera per i suoi trascorsi in Avanguardia Nazionale ed estrema destra. Il nome di Paolo Bellini, qualcuno lo ricorda istruttore di nuoto di bambini alla piscina della Mucciatella, o dopo essere fuggito in Brasile, come Roberto Da Silva, è legato alle più svariate e oscure vicende di cronaca nera della storia della Repubblica: dall’assassinio di Alceste Campanile, alla strage di Bologna, appunto, alle accuse di essere sicario al soldo delle cosche calabresi (dal 1999, dopo l’arresto, è collaboratore di giustizia).

Oggi una delle novità emerse sarebbe che l’ex moglie di Bellini, ascoltata dagli inquirenti, avrebbe riconosciuto il bandito, allora 27enne, in alcuni fermo immagine di un video girato alla stazione di Bologna nell’Ottanta e ora agli archivi. Con Bellini vi sarebbero altre figure che potrebbero portare a nuove scoperte da parte degli investigatori. Il bandito reggiano dai magistrati è ritenuto esecutore della strage che avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, questi quattro tutti deceduti e ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori, oltre che in concorso con i Nar già condannati. Altri tre avvisi riguardano ipotesi di depistaggio e falsità ai pm, a vario titolo per depistaggio e falsità ai pm e riguardano Quintino Spella, Domenico Catracchia e Piergiorgio Segatel. L’inchiesta è firmata dall’avvocato generale Alberto Candi e dai sostituti pg Umberto Palma e Nicola Proto che hanno coordinato le indagini di Guardia di Finanza, Digos e Ros.

Flussi di denaro per alcuni milioni di dollari movimentati e, attraverso varie e complesse operazioni, partiti sostanzialmente da conti riconducibili a Licio Gelli e Umberto Ortolani e alla fine destinati, indirettamente, al gruppo dei Nar e a coloro che sono indicati come organizzatori, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi. Il giro di denaro è stato ricostruito dall’indagine della Guardia di Finanza di Bologna, nell’ambito dell’inchiesta della Procura generale sulla Strage del 2 agosto 1980.