Reggio. Il vescovo: sospeso scambio della pace, ostia in mano e nei funerali il solo rito delle esequie

vescovo Camisasca

Il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca, facendo seguito all’ordinanza del Presidente della Regione Emilia-Romagna circa le misure precauzionali da prendere per contrastare la diffusione del coronavirus – che prevede “la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e degli asili nido, la sospensione dell’attività didattica delle Università (lezioni, esami, sedute di laurea), di manifestazioni ed eventi e di ogni forma di aggregazione in luogo pubblico o privato, delle gite di istruzione e dei concorsi” – comunica che la nostra Diocesi in tutte le attività di sua specifica competenza, ad ogni livello e in ogni ambito della vita ecclesiale, adotta le seguenti disposizioni:

CHIESE, LITURGIE E RITI

1. Ci si attenga sempre a criteri di prudenza, evitando in ogni modo concentrazione di persone in volumi ristretti e per lungo tempo. Nella giornata odierna sono annullate la preghiera del Rosario in Ghiara (prevista alle 18) e la Messa in Cattedrale (prevista alle 18.30).

2. Le chiese rimangono aperte al culto e alla preghiera personale, secondo le consuetudini.

3. Fino a nuova disposizione sono sospese le celebrazioni e manifestazioni con grande afflusso di fedeli.

4. Le Messe feriali, a cui partecipano solitamente pochi fedeli in rapporto al volume della chiesa, si possono celebrare.

5. Nelle sante Messe si sospenda lo scambio del segno di pace e si consigli ai fedeli di ricevere la Santa Comunione sulla mano, e non in bocca.

6. Il Mercoledì delle ceneri sono sospese tutte le celebrazioni. Sarà inviata una preghiera per ricordare in casa l’inizio della Quaresima e dedicare un congruo tempo alla preghiera in famiglia, pregando in particolare per i malati, quanti sono colpiti dal corona virus e quanti in modi diversi si adoperano per limitarne le conseguenze, in particolare il personale sanitario e di ricerca scientifica.

7. Per domenica 1 marzo 2020 si daranno disposizioni in seguito.

8. Per i funerali, qualora il numero dei partecipanti sia elevato, si suggerisce di limitarsi al rito delle esequie.

9. Si tolga l’acqua benedetta dalle acquasantiere.

10. Le Benedizioni Pasquali sono sospese.

CATECHESI E LUOGHI DI AGGREGRAZIONE

11. Fino a nuova disposizione sono sospesi gli incontri di catechismo e dei gruppi parrocchiali, le attività di oratorio, di dopo-scuola, sportive, teatrali, cinematografiche e ogni genere di aggregazione.

ATTIVITÀ CARITATIVE

12. I Centri d’ascolto della Caritas (diocesano e parrocchiali) sono chiusi. Previo accordo telefonico possono essere fissati colloqui strettamente necessari in questa settimana.

13. Le eventuali (solo se necessarie) distribuzioni alimentari avvengano per singolo appuntamento, mentre sono sospese le distribuzioni di vestiti.

14. Viene predisposta nelle mense la fornitura di pasti in porzioni singole e “d’asporto”.

15. La Caritas diocesana trasmetterà in giornata ai responsabili delle Caritas parrocchiali e dei Centri d’ascolto le istruzioni del caso.

La situazione è in continua evoluzione e pertanto ci si riserva di diramare al bisogno nuove disposizioni. Siamo tutti interessati ad affrontare con determinazione, senza panico né leggerezza una situazione che chiede vigilanza e senso del bene comune.

La lettera del vescovo monsignotr Massimo Camisasca.

Cari fedeli della Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla,
Cari amici,

in questo momento segnato da una certa inevitabile confusione, desidero far giungere a tutti voi il pensiero e le preoccupazioni del Vescovo che, come un padre, partecipa delle ansie di tutti i suoi figli.
Da dove viene il coronavirus? Dal cuore della Cina, non certo dal cuore di Dio. Ma è anche vero che Dio si sta servendo di esso per richiamarci tutti ad uno sguardo più profondo sulla nostra vita. Scopriamo infatti, improvvisamente, di essere fragili: chiusi spesso nelle certezze che vengono a noi dalle grandiose scoperte della scienza e dalla loro applicazione tecnologica, connessi con tutto il mondo e illusi di poterne essere padroni, siamo messi improvvisamente di fronte a uno scenario più realistico: l’uomo è debole, fragile e può trovare la sua grandezza e forza soltanto nell’amore verso se stesso, verso il proprio destino personale, temporaneo ed eterno e nell’amore verso gli altri e verso Dio.
Di necessità siamo così portati ad una essenzialità di vita che può creare benevoli momenti di silenzio, di riflessione, di cura. Preghiamo nelle nostre case, per noi stessi, per i malati del mondo, per i morti, per i loro cari. Preghiamo per i medici e gli operatori sanitari, preghiamo per gli uomini della sicurezza e dell’esercito, chiamati a un surplus di fatiche. Preghiamo per i nostri governanti, ritagliamoci un tempo di lettura, di riflessione, di vicinanza a coloro che hanno bisogno. Ciò che non sappiamo più fare siamo ora quasi obbligati a riprendere.
Il coronavirus non lascerà le cose come prima: dopo il suo passaggio saremo migliori o peggiori? Dipende da noi. Come le grandi malattie che hanno segnato la storia dei popoli, esso può diventare un’occasione di ravvedimento e di conversione. L’uomo senza Dio perde completamente la bussola della propria vita. Con Dio può ritrovarla. Può imparare a considerarsi non semplicemente un cercatore di soddisfazioni a buon mercato, ma un cercatore di infinito, un fratello e un amico degli altri uomini, un abitatore rispettoso di questo Pianeta, che attende di essere con noi interamente trasformato, per essere riscattato dalla sua caducità (cf. Rm 8,19-22).
In questi giorni, e probabilmente anche nei successivi, sarà difficile o addirittura impossibile partecipare alla Liturgia Eucaristica. Sostituiamola con la preghiera del Santo Rosario: invochiamo da Maria la protezione per la nostra Città, la nostra Provincia, la nostra Regione, il nostro Paese. Se ci è possibile, chiediamo la guarigione dei cuori, oltre che dei corpi, anche attraverso il digiuno, nelle forme che ciascuno deciderà di intraprendere. Capovolgiamo il male del coronavirus in un bene per tutti noi. Sono vicino ai malati, ai loro famigliari, alle comunità provate. Su tutti chiedo la benedizione del Signore.
Oggi alle ore 18.00 purtroppo non potrò tenere il momento di preghiera nella Basilica della Ghiara, che avevo previsto. Pregherò comunque allo stesso orario il Santo Rosario insieme ai miei segretari nella mia Cappella Privata: vi chiedo di unirvi alla mia preghiera dalle vostre case.