Italia viva e +Europa: Paese verso la riapertura. E a Reggio come ci stiamo preparando?

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Finalmente il Paese si stia avviando, con uno stile puramente italiano, alla tanto sospirata e misteriosa Fase 2.
Purtroppo non sono molto chiare le ultime decisioni prese dal Governo in tal senso…
L’unica cosa certa che sappiamo è che la fase di ripartenza dell’economia (la famigerata fase 2) è, per molti aspetti, molto più critica della fase di chiusura totale.
Ci troveremo a breve a dover gestire da un lato, il rischio di una nuova esplosione di contagi e, dall’altro, il pericolo di una ripartenza troppo lenta per rimarginare il nostro tessuto economico ormai stremato da due mesi di chiusura totale.
Vorremmo precisare che, a differenza di altri paesi, l’economia italiana era già in sofferenza prima dell’emergenza Coronavirus: lo testimonia l’inizio di recessione ed il segno negativo sulla crescita del PIL per l’ultimo trimestre 2019, quando di epidemia certamente ancora non si parlava.

Alcuni settori, come l’edilizia ad esempio erano già in condizioni disastrose.
La Pandemia ha colpito con due fatti straordinari per la storia del nostro paese: la chiusura di molte frontiere, con pesanti ripercussioni per le ditte che esportano e per il turismo, la chiusura di tutti gli esercizi commerciali con la sola esclusione dei servizi alimentari e dei servizi essenziali.
Dobbiamo renderci conto che si sono intere categorie e intere filiere che non hanno avuto redditi, pur mantenendo quasi tutte le spese fisse, per due mesi.
Qualcuna anche di più.

E non sarà facile anche quando sarà ripristinata la circolazione delle persone, tornare al punto di partenza: ci saranno limitazioni agli accessi, agli spostamenti, alla fruibilità dei servizi.
Nella nostra città come ci stiamo preparando alla riapertura?

Nella fase iniziale della ripartenza dovremo dare la precedenza alle imprese e attività commerciali che dovranno attrezzarsi con DPI e procedure organizzative che permettano di ridurre il rischio di contagio.
Secondariamente occorre far ripartire i consumi cercando di conciliare la percezione di sicurezza delle persone e l’impossibilità di tornare a vivere, almeno in un primo momento, come prima della pandemia.

Durante la fase di ripartenza risulterà strategico misurare la diffusione del virus sul territorio: ancora oggi, nonostante che la nostra AUSL sia quella che si è più attivata in tal senso, non abbiamo piena consapevolezza di quanti in effetti sono entrati in contatto col virus sviluppando quindi una potenziale immunità.
In tal senso occorrerà costruire al più presto un sistema di monitoraggio continuo che, attraverso l’uso di tamponi e test rapidi, tenga sotto controllo la presenza del virus nel nostro territorio.

Solamente misurando precisamente il numero di contagi giorno per giorno saremo in grado di attuare rapidamente politiche più o meno restrittive evitando così di dover adottare un nuovo lockdown.
Sarà necessario mantenere regole precise che garantiscano il distanziamento sociale, ma che consentano lo svolgimento delle attività in sicurezza.
Per limitare ulteriormente il rischio di contagio dovremo cercare di limitare al massimo gli spostamenti non necessari, soprattutto da e verso zone ad alta diffusione del virus, e tenere traccia di tutti gli ingressi nel nostro territorio e nel nostro Paese.
È necessario che siano realizzati, anche a livello locale, quegli investimenti pubblici che potrebbero dare una spinta alla ripresa economica.

Aprire i cantieri quindi per gli edifici pubblici da sistemare, per gli impianti sportivi, per l’edilizia scolastica, la manutenzione programmata e quella straordinaria, tutto quello insomma che è stato fermato dalla epidemia ma che deve riattivarsi non appena si potrà riprendere il lavoro.
Martedì è stata deliberata la creazione di apposita commissione del consiglio comunale per il periodo della Fase 2.

E’ positivo certamente che anche in questa fase vi sia il controllo e lo stimolo degli organismi politici di rappresentanza dei cittadini.
E’ però essenziale che anche le parti sociali e le rappresentanze delle attività produttive siano consultate e possano esprimere suggerimenti sulle modalità ed i tempi della ripresa.
E soprattutto che si faccia presto, senza creare nuovi livelli di approvazione burocratica.

(Italia Viva e +Europa – Reggio Emilia)