Fazil Say è tra i pianisti più dotati di tutto il panorama classico internazionale ed è riuscito ad affermarsi anche grazie alle interpretazioni anticonvenzionali dei più amati brani del repertorio. La Stagione dei Concerti della Fondazione I Teatri Reggio Emilia lo accoglie martedì 22 gennaio, al Teatro Valli (ore 20.30), con un programma che affianca Beethoven (Sonata n.29 in si bemolle maggiore op.106 “Hammerklavier”) ai 6 Préludes di Claude Debussy, a due sue stesse creazioni: Yuruyen Kosk op. 72 e Black Earth.
Interprete di un connubio affascinante tra Occidente e Oriente (è di origine turca), Fazil Say, infatti, parallelamente alla figura dell’interprete, è riuscito a rinnovare quella dell’autore: con opere che uniscono in modo sorprendente il suo estro classico, il sentimento della musica popolare turco-mediterranea e la spontaneità dell’improvvisazione.
Con il suo straordinario talento, da più di 25 anni Say cattura l’attenzione di critica e pubblico. I concerti di questo artista sono qualcosa di diverso dal solito: più diretti, più aperti, più eccitanti, in breve arrivano direttamente al cuore. E queste sono le caratteristiche di Say, allora sedicenne, che colpirono il compositore Aribert Reimann, in visita ad Ankara nel 1986 e che lo indussero a chiedere al celebre pianista e pedagogo David Levine di prendersi cura della formazione del giovane artista.
Say ha studiato con Mithat Fenmen, a sua volta allievo di Cortot. Fenmen, affascinato dallo straordinario talento naturale del suo giovane allievo, lo spinse ad improvvisare ogni giorno su temi quotidiani ed è probabilmente questo esercizio che ha fatto di Say il pianista e compositore che è oggi. Come compositore, ha avuto commissioni, tra gli altri, dal Festival di Salisburgo, dalla WDR di Colonia, dalla Konzerthaus di Darmstad e da molti altri importanti festivals.
Dopo gli studi con Fenmen, Say si è perfezionato con David Levine, prima a Duesseldorf e poi a Berlino, costruendo così le basi di una solida formazione classica che gli ha visto assegnare nel 1994 il Primo Premio al Concorso Internazionale Young Concert Artists. Da allora Say suona in tutto il mondo, con le più importanti orchestre e direttori e nelle più famose sale da concerto, non trascurando la musica da Camera.
E’ stato artista in résidence alla Konzerthaus di Dortmund, alla Konzerthaus di Berlino, al Festival dello Schleswig Holstein, poi ancora a Parigi, Tokyo, Merano, Amburgo, Istanbul, alla Hessischer Rundfunk di Francoforte, al Festival di Rheingau. Nell’aprile 2015 ha suonato alla Carnegie Hall di New York con la Orpheus Chamber Orchestra con la quale ha poi fatto una lunga tournée europea.
Ultimi commenti
Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...
Sono sempre più vergognosi senza un briciolo di pudore ,superpagati per scaldare le poltrone e non per risolvere i problemi reali della gente !
La sinistra vuole solo governare non pensa le cose importanti per gli italiani anche se non è in grado di farl: pur di avere voti […]