Emergenza-urgenza, Reggio valuta la riforma. Daviddi: automedica resta a Scandiano

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“Dopo il positivo confronto di questa mattina con i sindaci sulla proposta rimodulata per il territorio reggiano dal lavoro dell’Ufficio di presidenza, si procederà ora anche con i confronti concordati con sindacati e pubbliche assistenze del territorio. Dopo di che, la proposta tornerà nuovamente all’attenzione dell’assemblea plenaria dei sindaci per l’espressione finale del parere sulla riforma proposta da Ausl e Regione. Lo ha dichiarato il presidente della Provincia e della Conferenza territoriale sociale e sanitaria Giorgio Zanni al termine dell’assemblea plenaria della Ctss tenutasi questa mattina a Palazzo Allende.  All’assemblea hanno partecipato tutti i sindaci reggiani e i vertici dell’Ausl di Reggio Emilia per continuare il confronto sulla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza presentato nelle scorse settimane dalla Regione Emilia-Romagna.

Una riorganizzazione che muove non da necessità economiche o di risparmio, ma che mira, come emerso già dalla presentazione dell’assessore regionale Donini ai sindaci reggiani, ad impostare un sistema più efficiente ed organizzato, che valorizzi le risorse a disposizione, che accompagni il cittadino nei percorsi migliori per ricevere risposta alle proprie esigenze e che trovi subito la migliore soluzione al rilancio del sistema sanitario pubblico dopo la fase pandemica e soprattutto alla luce della profonda carenza di personale medico e infermieristico di cui l’intero Paese soffre.

Con questo piano la Regione intende rilanciare la sanità pubblica dopo la pandemia perché possa funzionare al meglio con le risorse umane a disposizione. La riforma punta a garantire al cittadino l’assistenza nel minor tempo possibile in caso di emergenza e nella struttura più efficace e in grado di rispondere alle necessità di cura richieste. Contestualmente vuole migliorare le condizioni di lavoro di chi opera nei Pronto soccorso e valorizzare i medici di medicina generale e di continuità assistenziale allo scopo di continuare ad assicurare una risposta immediata nella sede più adeguata.

Obiettivi che la Regione conta di raggiungere attraverso la razionalizzazione degli accesi al Pronto soccorso dove dovranno arrivare solo le emergenze per le prestazioni tempo-dipendenti, il potenziamento delle centrali telefoniche, la riorganizzazione della rete extraospedaliera dei mezzi di soccorso (automediche, autoinfermieristiche, ambulanze ed elisoccorso) e strumenti innovativi come le Uca (Unità di continuità assistenziale che interverranno direttamente al domicilio del paziente) e nuove strutture come i Cau (Centri assistenza urgenze) che potranno essere attivati grazie all’intesa firmata martedì tra la Regione e l’organizzazione sindacale dei medici di Medicina generale FIMMG. Saranno, in pratica, riviste le ex “guardie mediche” con gli attuali medici di continuità assistenziale che opereranno in équipe nei nuovi Cau per gestire le urgenze a bassa complessità.

Daviddi: automedica resta a Scandiano

“Ho partecipato ad una riunione del Ctss (Conferenza territoriale sociale e sanitaria), in cui ci è stato presentata una proposta del piano di riordino dell’emergenza – urgenza, in attesa della prossima votazione in provincia che si terrà il 22 giugno prossimo. Ho appreso con grande soddisfazione che ha avuto successo lo sforzo comune di cittadini e liste politiche del nostro comune che chiedevano di non spostare l’automedica dall’ospedale Magati di Scandiano: infatti, nella proposta visionata viene indicato ufficialmente che l’automedica resterà al Magati”, ha invece commentato il sindaco di Casalgrande Giuseppe Daviddi.
“Ringrazio i cittadini che fin da subito hanno creduto nella petizione per far cambiare idea alla Regione. Un grande grazie anche alle forze politiche e civiche che hanno creduto nella raccolta di firme: Noi per Casalgrande, M5s e Centrodestra per Casalgrande”.
“Ora risulta chiaro come l’iniziativa che abbiamo promosso e sostenuto non era un atto di propaganda elettorale: le nostre ragioni e i nostri metodi si sono rivelati fondati, ma soprattutto condivisi dalla cittadinanza. Se questa iniziativa fosse stata appoggiata da più sindaci e anche dall’onorevole Rossi, che oggi critica l’iniziativa, forse avremmo raggiunto il risultato anche prima e senza la necessità di creare clamore – ha aggiunto Daviddi – Speriamo anche, come ho esposto nella riunione del Ctss, che si possa dare l’opportunità anche alle altre pubbliche assistenze (Ema) di poter partecipare al servizio di automedica. Dico questo perché uno dei problemi espressi oggi al tavolo dei relatori è quello di reperire volontari e non solo che intendano svolgere questa attività a favore di tutta la comunità”.