Elezioni Reggio. Tre domande a… Ficcarelli

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Giorgio Ficcarelli (*) Quali sono i tre problemi principali per Reggio Emilia?

L’integrazione dei “nuovi cittadini” e sicurezza per tutti. Non è accettabile che in una città come Reggio si siano formati ghetti dove il resto dei cittadini ha paura a passare. Ai nuovi immigrati deve essere offerto un posto di lavoro e alloggi equamente distribuiti nei vari punti della città e a tutti la possibilità di circolare in sicurezza sempre.
La rivitalizzazione del centro storico: il numero di vetrine vuote è impressionante; i giorni di mercato sono divenuti più un pericolo che un momento d’incontro a vantaggio anche dei vari negozi. Le attività artigianali in centro devono essere promosse; il verde deve tornare in piazza della Vittoria; le aree attorno ai teatri e musei resi più sicuri e ospitali.
Un nuovo impianto urbanistico sostenibile: risolvere il problema del traffico, riempire le buche nelle strade e marciapiedi; più parcheggi facilmente ed economicamente accessibili, bloccare l’uso del suolo e riportare a verde le varie aree cementate negli ultimi anni.

Lei ha un’esperienza internazionale, vista da Bruxelles dove attualmente vive, cos’è che definisce culturalmente Reggio?
Reggio Emilia si differenziava dalle città vicine per una tradizione più popolare e una struttura sociale più egualitaria unite a una particolare creatività e apertura alla cooperazione internazionale nonché a un pizzico di follia. Bisogna ritrovare questa dimensione particolare, riportare i cittadini sotto i portici e riaprirsi al futuro.

Reggio potrebbe candidarsi tra le “città capitali europee della cultura”?
La prossima opportunità per una città italiana di diventare Capitale europea della cultura sarà nel 2033, quindi una prospettiva di lungo raggio e molto competitiva. Ultimamente si sono privilegiate le città medio-piccole e quindi Reggio potrebbe avere qualche chances, magari alleandosi con città limitrofe. Più facile intanto sarebbe cercare di diventare “Città creativa dell’Unesco”. Io l’avevo proposto due anni fa all’attuale amministrazione ma non ha voluto lanciarsi. Intanto Parma e Modena l’hanno invece ottenuto. Interessante per il futuro della città sarebbe cercare di diventare “European green capital” coinvolgendo l’Università e il settore giovanile e imprenditoriale verso le professioni dell’ecosostenibile e riportando il verde in città.

(*) Giorgio Ficcarelli, diplomatico europeo e candidato nella lista Coalizione civica




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