È bello stare dalla parte di Tondelli

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L’intervento del consigliere comunale Dario De Lucia, all’hotel Posta di Reggio Emilia, nella giornata dedicata a Pier Vittorio Tondelli, organizzata dal direttore di 24emilia, Nicola Fangareggi.

“Gli “alternativi, sporchi, brutti e cattivi” sono sempre esisti e hanno lasciato il segno più degli omologati.

Buongiorno Libertini, è un piacere essere qui con voi oggi. Ringrazio il direttore Nicola Fangareggi sia per l’invito sia per la definizione di “politico punk” che accetto e apprezzo. Non so dire se Pier Vittorio Tondelli mi avrebbe votato come dice Nicola, ma potrei solo che esserne onorato.

Come sapete io mi occupo di bilanci, associazionismo, quartieri ma fuori da ogni classicità rituale e banalità vorrei provare a portare a questa platea un contributo parlando del rifiuto dell’omologazione e di cosa vuol dire essere, o come il sistema per comodità cataloga, le visioni alternative.

Siamo negli anni 80. Il Presidente del Consiglio è nell’ordine e in poco meno di due anni: Cossiga, Forlani e Spadolini. Jimmy Carter è presidente USA, poi di lì a poco Regan con il suo neoliberismo i cui danni ancora sentiamo oggi e dall’altra parte per l’Urss Breznev.

Siamo negli anni 80 a Reggio Emilia. La Reggiana va in serie B. Reggio Emilia aveva 130.000 abitanti rispetto ai 172.000 di oggi, considerate in pratica la città di oggi senza i quartieri di Pieve, Villa Sesso, Gaida, Roncocesi, Gaida.
Il Pci in molti quartieri superava il settanta per centro dei consensi e la democrazia cristiana si attesta sul sei per cento, al massimo il dieci per centro nei quartieri più vicini al centro storico.

Il Vescovo è Gilberto Baroni, Monsignor Massimo Camisasca era ancora lontano da Reggio Emilia e impegnato di lì a poco a fondare la Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo. Luca Vecchi era un giovane pioniere della gioventù comunista. In Marco Eboli, che saluto perché presente in sala, già ardeva la fiamma per la politica.
Nicola Fangareggi era alle superiori. Tondelli stava per pubblicare il suo romanzo generazionale di rottura, che tra censure, denunce fece parlare anche la politica locale e nazionale. Perché successe questo? Ci arriviamo tra poco. Vorrei prima darvi uno spaccato di come ci fossero visioni contrapposte, non solo tra Chiesa Rossa (Pci) e Chiesa Bianca (Democrazia cristiana) ma tra istituzioni e suoi giovani.

Questa è la descrizione del periodo storico che potete trovare sul sito del Comune.

Reggio ormai una città a forte caratterizzazione industriale che tende a svilupparsi urbanisticamente secondo successivi Piani regolatori che cercano di indirizzare le linee di sviluppo.
Il benessere raggiunto con uno sviluppo equilibrato dei principali settori produttivi porta Reggio ai primi posti nelle classifiche nazionali per livelli di vita ma pone la necessità di nuovi sforzi per il futuro per mantenere e garantire i livelli di eccellenza raggiunti.


Da questa lettura sembriamo un villaggio dei puffi in espansione. Non si tiene conto della complessità e in particolare delle istanze di una gioventù che sul calare dell’era delle grandi ideologie aveva ben altro da dire.

Cccp – Fedeli alla linea

Sempre negli anni 80, anni dopo la pubblicazione di “Altri Libertini” viene pubblicato il disco “Socialismo e barbarie”, uscito nel 1987 dal gruppo Cccp fedeli alla linea.
Doveroso per me, occorre ricordarci del frontman Giovanni Lindo Ferretti (presente nel documentario di Sky Arte che abbiamo appena assaggiato ora) ma ancor di più di Massimo Zamboni, da molti riconosciuto la musica e la mente del gruppo.

In quell’album c’è un pezzo “Rozzaemilia” che descrive la situazione complesse di una generazione che si allontana da quella visione romanzata da villaggio dei puffi:

Sazia e disperata con o senza Tv
Piatta monotona moderna attrezzata benservita consumata
afta epizotica nebbia calce cataste di maiali sacrificati
agli dei delle zone infette agli dei delle zone controllate agli dei delle zone protette agli dei delle zone denuclearizzate
parlava bene il presidente dell’1 che diventa 2 ma non per questo il 51 si trasforma in 52
Allora bi-tri-quadri-penta-sex-tutti e tutti sono onesti e tutti sono pari e tutti hanno le palle democratiche e popolari e tutti sono onesti e tutti sono pari
Dammi una mano dammi una mano ad incendiare il piano padano
Dammi una mano dammi una mano ad incendiare il piano padano
Provincia di due imperi provincia industrializzata provincia terzializzata provincia di gente squartata

1/4 al benessere
1/4 al piacere
1/4 all’ideologia
L’ultimo quarto se li porta tutti via
Dammi una mano dammi una mano ad incendiare il piano padano
Dammi una mano dammi una mano a consolare il piano padano

Perché quindi siamo qui oggi siamo qui 30 anni dopo a ricordare Tondelli?

Forse perché “Altri libertini” è un ribollire di alternatività. Mette al centro non le ideologie ma le scelte individuali di persone che sembrano disegnate e assurde a tratti ma che sono lo spaccato che possiamo trovare in ogni provincia d’Italia allora come oggi.

Alle liturgie della Chiesa e dell’Emilia Rossa perfetta Tondelli parlava dei bagni delle stazioni e delle bettole da due soldi facendoti immergere e emozionare nel vivere quel periodo, questa non è la forza degli scrittori bravi che lasciano il segno?

Paradossalmente questo racconto di una Emilia grigia, fredda, da case di studenti non riscaldate, le serate passate a bere alcool, i gossip continui dei paesoni è più vera e originale, più autentica, rispetto a quell’immagine austera e a tratti artificiosa che si è costruita di questo lembo di terra che sta tra il fiume Po e l’Appenino.

Viene più da imparare e ci sentiamo più veri leggendo delle fiction dei libri tondelliani (ricordiamoci che quando il tuo cognome diventa un aggettivo puoi dire che sei arrivato più che vincere dei premi) che non a passare oggi la serata con tutta la gente vestita uguale in Piazza Fontanesi che si definisce libera ma in realtà è fortemente omologata.

Questa empatia e cruda onestà racconta le storie di chi allora (ma ancora oggi) veniva catalogato dal sistema borghese come alternativo, sporco, brutto e cattivo. Il mio pensiero finale è che senza i Tondelli tutti che fanno da avanguardia e ci sbattono un pezzo della realtà in faccia forse saremmo stati più grigi e anche non veri nel giudicare la nostra città”.

(Dario De Lucia, consigliere Comunale a Reggio Emilia)