Villa Levi: anche il parco va in malora

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Scrive Ugo Pellini, il botanico reggiano membro della Consulta verde cittadina: “La mozione urgente votata all’unanimità dal Consiglio comunale di Reggio e la campagna del Fai “Salviamo i luoghi del cuore” promossa dall’ associazione “Coviolo in festa” hanno messo in primo piano lo stato di incuria e di abbandono in cui versa Villa Levi.

Questo degrado non riguarda però solo l’edificio, ma anche il parco che la circonda; non stanno meglio infatti i 35 mila ettari di verde con “giardino all’inglese”, campi coltivati, un vigneto e un arboreto sperimentale, mai concluso dai tempi della facoltà di Agraria dell’ Università di Bologna. L’assenza di cure da quasi dieci anni sta mettendo in pericolo questi estesi spazi, invasi da numerose specie infestanti, come la Fitolacca, la Vitalba e l’ Edera. Nella parte retrostante la villa necessitano di manutenzione adeguata i due monumentali cedri atlantica, ma anche le querce, i platani e i frassini, sempre di grosse dimensioni, presenti nel giardino; le due grandi macchie di bosso vicino alla scalinata sono completamente seccate. In cattivo stato di salute sono i pochi ippocastani rimasti di quello che un tempo era considerato uno spettacolare cannocchiale prospettico di quasi settecento metri che esaltava i pregi dell’edificio.

Nascosto dalla vegetazione e quasi irraggiungibile, a ridosso del parco, è lo sbarramento sul torrente Modolena che formava una “vasca”; negli anni cinquanta era diventata la più frequentata “piscina” di tanti reggiani ed era conosciuta la bota ed Levi (la botte di Levi).

E’ auspicabile che questa situazione si sblocchi al più presto e che i reggiani possano nuovamente fruire di questi splendidi spazi.

Un’ultima precisazione: quella di cui parliamo è Villa Besenzi Levi di Coviolo perché a Reggio le Ville Levi sono tre. Le altre due si trovano in città: in via Fontanelli c’è Villa Enrichetta Levi, ora proprietà di Montipò e in via Campo Marzio, Villa Levi Terrachini; entrambe sono contornate da un ampio e curato parco e tanti alberi monumentali. Era stato nell’ Ottocento Amadio Levi, un banchiere ebreo, a lasciare in eredità ai tre figli Arnoldo, Ulderico e Roberto, una villa ciascuno”.