Il presidente dell’Ordine dei medici di Bologna, Giancarlo Pizza, è stato convocato a Roma dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) in merito al procedimento che ha portato alla radiazione dall’albo dei medici dell’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi. La convocazione è per il 13 dicembre.
La Fnomceo, secondo quanto si apprende, ha convocato Pizza a seguito di un esposto già presentato da Ventura in merito al procedimento disciplinare aperto dall’Ordine di Bologna nei suoi confronti – per un provvedimento di due anni fa che consentiva la presenza in ambulanza dei soli infermieri specializzati – e che ha poi portato alla sua radiazione dall’Albo. Dopo l’incontro si riunirà la commissione medica per decidere se archiviare il caso o, al contrario, aprire un procedimento disciplinare nei confronti di Pizza.
Sanità. Cgil medici: inaccettabile radiazione di Venturi dall’Ordine dei medici di Bologna. “Disapproviamo la scelta dell’ordine dei medici di Bologna di radiare l’assessore alle politiche sanitarie dell’Emilia Romagna, Sergio Venturi”. Queste le parole di Andrea Filippi, segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, e Vittorio Dalmastri della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn dell’Emilia Romagna, circa la radiazione dell’assessore per scelte politico/gestionali “che nulla hanno a che vedere con l’esercizio della professione”.
“È inaccettabile che un medico venga giudicato per questo. Se la facoltà di giudizio supera i confini professionali, entriamo in ambiti discrezionali che non sono più governabili. Gli ordini in questo modo rischiano di diventare dei tribunali dell’inquisizione in cui questioni ideologiche condizionano quelle deontologiche” sottolineano Filippi e Dalmastri. Inoltre, la Fp Cgil medici non condivide la posizione dell’ordine dei medici di Bologna di criticare le scelte della Regione, al contrario “abbiamo apprezzato lo sforzo di valorizzare tutte le professionalità per migliorare l’efficienza dei servizi. Il dibattito sull’integrazione delle professionalità in una visione multidisciplinare è molto complesso e non può e non deve essere condizionato da una logica corporativa che alza barricate che dividono gli operatori sanitari e allontanano la cittadinanza”.
Concludono Filippi e Dalmastri: “Ci sentiamo offesi dall’iniziativa intrapresa dall’ordine di Bologna perché crediamo che una posizione così corporativa sia lesiva dell’immagine del medico impegnato quotidianamente a tutelare la salute dei cittadini e non a difendere la propria posizione sociale. Il problema delle competenze e delle responsabilità dei professionisti della salute non può essere liquidato con un atto miope e parziale che divide invece di unire”.
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