“Testa o croce”? Tornano i Modà (di Elisa Alloro)

“Mi sono tolto il pigiama”: è così che esordisce in conferenza stampa Kekko Silvestre, frontman dei Modà, a pochi giorni dall’uscita del nuovo sospirato album “Testa o croce”, che arriva a distanza di quattro anni dal precedente lavoro in studio – e dopo due anni di pausa dalle scene – e che segna la rinascita artistica della band.

“La terza vita dei Modà”, come ribadisce Silvestre, “un percorso nuovo, dove non c’è nulla di scontato rispetto a quello che è successo fino ad oggi, dai dischi di platino agli stadi pieni. Non so se riaccadrà, c’è da lavorare moltissimo, dobbiamo ristrutturare quello che è crollato, ma sono fiducioso, soprattutto perché sono ritornato a fare il cantautore per passione. C’è stato un momento in cui ho pensato davvero che mi stessero rubando la vita, quella monotona, quella che mi piace tanto: apparecchiare alle sette di sera e mangiare alle sette e un quarto; quella del pigiama, della partita di pallone la domenica in tv, della sera in osteria con gli amici”.

“In sette anni, con Ultrasuoni, ho fatto forse quello che altri hanno fatto in settant’anni, ma stavo perdendo il filo e cominciava a diventare faticoso stare dietro a tutto. Avevo necessità di purificarmi, di ritornare a parlare tra la gente. E solo quando mi sono fermato sono riuscito a capire che stavo perdendo il contatto con la realtà, con la vita normale che mi piace; incluso capire quando fosse il momento giusto di scrivere e quando no. Per questo, voglio che non accada più: voglio fare il mio mestiere divertendomi, senza mettere a rischio le mie radici; scrivere canzoni, fare concerti (un numero tollerabile) e arrivare al pubblico nella maniera giusta, senza sovraesporsi”.

Una cavalcata impegnativa, che inizia con un disco soft-pop, intimistico e un’attenzione ai testi e ai suoni che, pur non tradendo il pubblico fedele al genere, è sinonimo evidente di riavvio.

“Un album coerente con il loro percorso. Parliamo di una delle band più credibili in Italia”, sottolinea Luca Stante, amministratore delegato di Believe Digital, che ha brandito – sostenuta da Friends & Partners – l’accordo per il grandissimo ritorno dei Modà.

“Il pubblico ha da subito risposto con affetto all’uscita del primo singolo di questa nuova era e i numeri parlano chiaro”, continua Stante: “Più di 8 milioni di views su YouTube, 3,5 milioni di streaming su Spotify e Apple  Music, piattaforma per loro totalmente nuova e, ad oggi, mille album venduti in pre-order per la sola prima data milanese di in-store tour”.

“Testa o croce”: una scommessa, appunto, la volontà di accettare il rischio. Tredici canzoni, inclusa “Quel sorriso Giogiò” interpretata dalla figlia Gioia “una sera che si giocava insieme a fare i cantanti”, ognuna delle quali è fiera rappresentante di una parte di vita. Tredici istantanee in cui i fan di tutte le età non faticheranno a riconoscersi.

Un disco suonato dove la “pasta” Modà la fa da padrona: “Mi sono ricaricato di melodie e di storie da raccontare, che sono quello che più amo di questo album – continua Kekko – nato dai dialoghi nei bar con sconosciuti, dove dopo essermi confidato con tanta gente ho capito di non essere poi così diverso da loro”.

E lo rimarca il suo chitarrista, Diego Arrigoni: “Quando ci siamo fermati e Kekko ha deciso di mettersi il pigiama, in parte ero sereno, perché sapevo che almeno così ci sarebbe stato il tempo di ricaricarsi e trovare nuove storie, nuove idee. Questa è una nave e il capitano deve essere sempre il primo a essere carico, a sentirsi in formissima, altrimenti il morale della truppa va a rotoli”.

Poi, a Kekko, di fare il solista non è mai interessato, al punto di dichiarare che il giorno che i Modà non ci saranno più, lui smetterà di fare il cantante. Magari continuerà a fare l’autore, o lo scrittore, o perché no, il regista: girando “Cash. Storia di un campione”, che seppur diventato best-seller (dopo tre edizioni e oltre 12mila copie vendute, il 22 ottobre il libro uscirà anche in edizione Oscar Bestseller) tanto avrebbe voluto vedere in pellicola e tanto gli è rimasto a cuore.

“Come la storia del mio film sia diventata romanzo ha del surreale. Un’opportunità incredibile, che mi ha anche divertito. Dapprima non credevo di esserne in grado. La sceneggiatura del film, in qualche modo, è finita nelle mani di Alberto Rollo, uno straordinario Premio Strega, che ha chiesto a Renga il mio numero di telefono e mi ha convinto a convertirlo in romanzo. L’avrò rifatto trenta volte: lo consegnavo e mi faceva ricominciare da capo, ma mi è servito a capire cosa volesse dire fare un libro, che stile avere, che struttura seguire”.

Sostenuto dalla radio ufficiale, Radio 105, “orgogliosa di affiancare il ritorno di una band che ha sancito un periodo storico della musica italiana”, come ha dichiarato Paolo Salvaderi, Ceo Radio Mediaset, Kekko è pronto anche a ritrovarsi in futuro in un bar a bere un caffè e a tendere la mano ai suoi vecchi editori: “Le tre radio con cui avevamo il nostro precedente contratto discografico oggi non ci passano, ma credo sia motivo di scelte editoriali più che personali. Negli ultimi anni c’erano problemi interni, societari, non andavano d’accordo. Io ero frustrato, le cose andavano bene e non capivo perché non passassero più i miei pezzi e in conferenza stampa mi uscirono cose che non avrei dovuto dire. Ho chiesto scusa a tutti, non avrei dovuto, ma è andata così. Non smetterò mai di ringraziarli per come hanno trasformato la mia carriera: il cammino che abbiamo fatto insieme è stato grandioso e credo che, dovessimo incontrarci in futuro, potremo ancora ricordarlo e sorridere a questi traguardi”.

Contemporaneamente all’album, venerdì 4 ottobre uscirà anche il video del brano “Guarda le luci di questa città”, un inno a Milano, cambiata d’aspetto negli anni ma invariata nell’anima. Il primo di una serie di contenuti video pensati esclusivamente per il mondo digitale, dove i Modà stanno velocemente bruciando le tappe.

Spettacolo totalmente rinnovato anche per il live, che vedrà l’inserimento in scenografia di un cortometraggio: una serie di videoproiezioni “megagalattiche” – per citare lo stesso Kekko – che si distribuiranno durante tutta la durata del concerto e lungo tutta l’asse del palco.

Si parte dall’Unipol Arena di Bologna il 2 dicembre per spostarsi subito dopo al Mediolanum Forum di Assago (Milano) – dove è prevista anche la data di chiusura del tour, il 28 marzo – passando per i Palasport di Brescia, Torino, Firenze, Roma (14 dicembre e 20 marzo), Acireale, Eboli e Bari.



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