Sanità. Assemblea chiede l’infermiere di comunità

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Due le risoluzioni approvate dall’Assemblea legislativa regionale: l’obiettivo è quello di potenziare la rete assistenziale del territorio anche attraverso la figura dell’infermiere di comunità.

Nel primo atto, a firma dei consiglieri Fabio Bergamini, Daniele Marchetti, Simone Pelloni, Emiliano Occhi, Valentina Stragliati, Stefano Bargi, Michele Facci, Fabio Rainieri, Matteo Rancan, Andrea Liverani, Gabriele Delmonte, Massimiliano Pompignoli, Matteo Montevecchi e Maura Catellani della Lega, si chiede esplicitamente al governo regionale “di istituire, nell’ambito del sistema sanitario regionale, la figura dell’infermiere di comunità, come già avvenuto in Lombardia, Piemonte e Toscana”. I leghisti, infatti, rilevano come “le mutate esigenze sanitarie della società impongano il potenziamento della medicina di prossimità”. Gli esponenti del Carroccio, nel richiedere “l’introduzione di nuovi modelli organizzativi che ricomprendano questa figura”, sollecitano poi “l’attivazione di percorsi specialistici e di formazione continua in medicina per i candidati al ruolo di infermiere di comunità”.

Nel secondo atto, a firma dei consiglieri Ottavia Soncini, Massimo Bulbi, Roberta Mori, Stefano Caliandro, Katia Tarasconi, Marcella Zappaterra, Manuela Rontini e Giuseppe Paruolo si chiede all’esecutivo “di potenziare la rete assistenziale del territorio includendo la figura dell’infermiere di comunità, prevedendone ruolo e funzioni (attivando anche percorsi formativi)”. I democratici sollecitano anche “progetti educativi e assistenziali rivolti agli infermieri di comunità che coinvolgano anche altri professionisti, in particolare i medici di assistenza primaria (creando apposite equipe)”.

La risoluzione della Lega è stata modificata, attraverso due emendamenti a firma di Francesca Maletti (Pd) e degli stessi Soncini e Bergamini, per ribadire la necessità di attuare percorsi integrati e di definire in modo chiaro le competenze di questa nuova figura. Maletti, sullo stesso tema, ha poi rimarcato il fatto che “l’Emilia-Romagna è tra le regioni con indice di anzianità più elevato, per questo occorre meglio strutturare certi servizi”.

Anche per Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) “il servizio sanitario deve essere vicino al cittadino e accessibile a tutti, ancora di più dopo l’esperienza negativa del Covid, in particolare nelle zone periferiche della regione, come quelle montane, questo anche per provare a invertire la curva demografica”. Per il consigliere, quindi, “è fondamentale eliminare le disparità sociali nell’accesso alle cure, con servizi diffusi su tutto il territorio regionale”. Anche per Marco Lisei, sempre di Fdi, “è necessario garantire la prossimità delle cure ai cittadini, i servizi che sono stati depotenziati negli anni passati vanno rinforzati”.