Rubertelli: la stazione Mediopadana è una priorità per la giunta Vecchi?

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La stazione Mediopadana è una priorità per la giunta Vecchi? Viene da chiederselo dal momento che da tre mesi attendiamo dal “desaparecido” assessore, e vicesindaco, Alex Pratissoli una risposta alla nostra interrogazione – che sarà finalmente trattata lunedì in sala del Tricolore – sulla situazione progettuale di quello che consideriamo il motore della ripartenza reggiana, specie anche dopo le recenti dichiarazioni di peso, in periodo elettorale, su di una fantomatica nuova fermata Tav a Parma.

A titolo esemplificativo basta leggere l’affermazione del presidente della Regione Stefano Bonaccini, il quale a Il Parmense dichiarava che “è stato inoltre ribadito l’impegno a finanziare uno studio di fattibilità per la fermata dell’Alta Velocità”. Ancor prima il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli, sempre a mezzo stampa, aveva fatto sapere che avrebbe chiesto a “Ferrovie dello Stato di avviare uno studio di pre-fattibilità per una fermata alta velocità in prossimità delle Fiere. I numeri in crescita dal punto di vista congressuale e turistico di Parma ci hanno portato verso questo percorso”. Dichiarazioni politicamente gravi e incomprensibili ancor più se trovassero attuazione, rispetto all’investimento sostenuto dalla nostra città e dal complesso degli enti pubblici affinché si attuasse finalmente una seria politica tesa ad individuare nella stazione Mediopadana l’Hub di riferimento dell’area vasta emiliano-lombarda.

Adesso più che mai serve lavoro, servono risposte alle imprese reggiane e bisogna attirare nuove aziende a Reggio: cosa è stato fatto e cosa si vuole fare ora che si dovrebbero peraltro predisporre i nuovi strumenti urbanistici? Nulla è dato a sapersi. E in questa difficile Fase 2 è già di per sé un fatto grave.

Siamo nella cosiddetta Fase 2, quella della riapertura, ma politicamente dovremmo essere già in campo per costruire la Fase 3, quella del rilancio dell’economia locale. Per questo riteniamo limitativo il lavoro del sindaco con gli stakeholder locali in sedicenti “stati generali” che generali non sono se avvengono in stanze chiuse. Abbandonata la fase della lettura quotidiana del tragico bollettino Covid, chiediamo al sindaco uno slancio di coraggio, sull’area nord ad esempio. Confidiamo perciò in una rapida ripresa di un’azione politica che sia inclusiva e rivolta a un dialogo franco, aperto e senza pregiudizi da parte del sindaco, perché ora serve unità d’intenti per la missione non facile di creare un piano strategico pubblico-privato per sostenere l’economia locale.