“L’Emilia-Romagna non fa nessuna schedatura di Rom e Sinti, ed è vergognoso e offensivo anche il solo pensarlo. Dal 1996, e in accordo con le loro associazioni di rappresentanza, prima in forma cartacea poi su supporto informatico, si limita a rilevare presso i Comuni e in forma assolutamente anonima alcuni dati statistici di massima relativi a Rom e Sinti. Si tratta dunque di una forma di monitoraggio, a sostegno della legge regionale approvata nel luglio del 2015 che, in coerenza con le linee guida europee, ha come unico obiettivo quello di superare i cosiddetti grandi campi”.
“I dati che chiediamo ai Comuni – prosegue Gualmini – riguardano il numero di nuclei familiari che vivono nelle aree di sosta, la loro composizione, soprattutto il numero di minori e il loro livello di scolarizzazione. La medesima rilevazione viene fatta anche per altri settori, come è giusto che sia prima di approvare provvedimenti e documenti importanti. E stiamo parlando di una popolazione che in Emilia-Romagna è composta da circa 3000 persone su un totale di 4,5 milioni di residenti ed è italiana per il 95%”.
“Per quanto riguarda la nostra legge regionale – continua la vicepresidente – creata per eliminare i grandi campi, sostituendoli con piccole aree attrezzate o soluzioni abitative alternative, prevede espressamente l’obbligo di pagamento delle utenze da parte di chi vi abita, senza impegno di risorse pubbliche. E questo risponde a precise direttive europee, alle quali altre regioni si stanno adeguando”.
“Non confondiamo dunque le cose – aggiunge la vicepresidente – un conto è proporre rilevazioni e questionari per verificare ed eventualmente migliorare il funzionamento e la validità delle leggi regionali. Altro è fare propaganda politica e pretendere di cacciare, dopo i migranti, ora anche i Rom e Sinti, per di più italiani. Chi non vede queste differenze, strumentalizza ulteriormente una vicenda decisamente delicata. E infatti, la Lega, che ora scrive nel contratto di governo che devono essere superati i grandi campi, si oppose duramente alla legge nostra regionale e votò contro, mentre il Movimento 5 Stelle votò a favore”.
“Da parte nostra – conclude Gualmini – non abbiamo mai pensato che ‘purtroppo i Sinti dobbiamo tenerceli’ e nemmeno che il tema possa essere risolto con le ruspe. Sarebbe meglio, piuttosto, riconoscere da parte dei difensori del governo che, in questa Regione, si è fatto molto, e alcune soluzioni positive – come il superamento dei grandi campi, la gestione responsabile dei flussi migratori o il Reddito di Solidarietà – sono già stati realizzati, anche grazie ai governi di centrosinistra”.
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Concordo
La minuscola Libreria del Teatro .... enorme baluardo.
Esiste sul filo rosso che ha attraversato Reggio Emilia il docufilm di Fasanella Pannone "Il sol dell'avvenire", ad ogni modo condoglianze alla famiglia.