Reggio. Vecchi (Fiom): governo con le banche

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“I profitti record delle banche dimostrano che questo Governo ha fatto una scelta di campo: stare con banche e finanza contro i lavoratori e la classe media. E’ vergognoso che ancora non ci sia una tassa aggiuntiva che garantisca redistribuzione fiscale e aiuti i salari dei lavoratori”.
Così Simone Vecchi, segretario provinciale dei metalmeccanici della Cgil, agli oltre 120 delegati Fiom riuniti in Camera del Lavoro, nella terza tappa dei “Sentieri della Dignità Fiom”, in vista dello sciopero generale di venerdì 17 novembre proclamato da Cgil e Uil.

“L’economia è stagnante e i salari perdono potere d’acquisto ma i profitti delle banche aumentano del 70% da un anno all’altro – spiega la Fiom in una nota – e il Governo Meloni non ha nessuna intenzione di difendere gli interessi dei lavoratori dipendenti che a gennaio non vedranno un euro in più in busta paga, mentre gli azionisti delle banche italiane redistribuiranno decine di miliardi di euro di utili”.
Per Lorenzo Rivi, della Segreteria Provinciale Fiom di Reggio Emilia che ha introdotto i lavori alla Sala di Vittorio della sede della Cgil provinciale, “le disuguaglianze aumentano a vista d’occhio, sempre più lavoratori non arrivano a fine mese, aumenta la precarietà e si confermano i tagli alla sanità, se non ci si ribella alle ingiustizie, la condizione di vita non potrà che peggiorare”.

Il dibattito tra i delegati e le delegate Fiom ha fatto emergere che anche nelle fabbriche metalmeccaniche reggiane molti operai e impiegati hanno votato i partiti che sostengono questo governo, ma sta crescendo la delusione e la rabbia per la mancanza di risposte, e per le tante promesse non mantenute: la tredicesima che doveva essere detassata, la fantomatica “Quota 41” promessa da Salvini, i tagli alle accise ai carburanti, una sovrattassa gli extra-profitti delle banche, e “la gente non dimentica le promesse fatte per prendere i voti anche degli operai” continua Rivi della Fiom.

All’assemblea Fiom sono intervenuti delegati di fabbrica della Bosch di Vezzano, della Dana Motion System Italia di Reggio, della Danfoss, della Mass di Scandiano, della Cobo di Cadelbosco, della B810 e della Meta System, della Walvoil di Bibbiano, la BELL e la OMIG Ingranaggi di Mancasale,
“I metalmeccanici reggiani apriranno il corteo di Reggio del 17 novembre dopo la delegazione dei confederali – annuncia ai delegati Luana Mazza, Responsabile Organizzativa della Fiom di Reggio -dalle riunioni svolte in queste settimane abbiamo raccolto una crescente spinta alla partecipazione insieme all’insoddisfazione rispetto alle politiche di Governo e l’impressione che i partiti di opposizione non siano abbastanza attenti all’industria e al lavoro operaio”.

“L’attacco al diritto di sciopero di Salvini- prosegue Mazza della Fiom -dimostra che il Governo ha paura della partecipazione democratica dei lavoratori, delle persone libere che ragionano con la propria testa e si organizzano, degli scioperi generali e del conflitto sociale”.

Lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per tutti i lavoratori pubblici del Paese vedrà fermarsi anche tutte le regioni del centro Italia il 17 novembre insieme alle lavoratrici e ai lavoratori dei settori privati a Reggio Emilia, mentre le altre regioni del nord Italia incroceranno le braccia il 24 novembre e quelli del sudi Italia il primo dicembre.

La maggioranza degli interventi dei delegati Fiom si è focalizzata sull’ingiustizia di un sistema fiscale che tartassa lavoratori dipendenti e pensionati e aiuta invece i redditi dei lavoratori autonomi e della rendita finanziaria e immobiliare, e hanno manifestato rabbia per i continui tagli alla sanità e al progressivo peggioramento del servizio sanitario nazionale.

“Se il pubblico non dà risposte ai problemi di salute della gente, chi può permetterselo dirotta verso il privato, che vede moltiplicare fatturati e profitti – prosegue la nota della Fiom di Reggio – e non è una coincidenza, ma un piano preciso di favorire i profitti di alcuni settori privatizzando progressivamente la sanità pubblica”.
“In Parlamento non ci sono più forze politiche importanti che si fanno portavoce dei problemi dei lavoratori delle classi più povere- conclude la Fiom- se non si va in piazza a rivendicare risposte dal Governo direttamente con la propria voce, altri non lo faranno al posto nostro, per questo scioperare e partecipare è fondamentale.”



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