Si allarga a macchia d’olio la risposta delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici alla rottura del tavolo negoziale sul contratto nazionale.
Nella giornata di venerdì si sono moltiplicate le iniziative di sciopero spontaneo nate tra i lavoratori. Braccia incrociate infatti nelle maggiori imprese reggiane, con il coinvolgimento di oltre 8mila addetti.
Alla Argo Tractors (ex Landini), oltre 1300 addetti sul territorio reggiano, la maggioranza della Rsu ha votato una fermata in sciopero e ha diramato un comunicato molto duro in cui si afferma “si giudica assolutamente inaccettabile la posizione assunta dagli imprenditori rappresentati da Federmeccanica – Assistal che di fatto nega veri aumenti dei salari, evitando così di distribuire la ricchezza che i lavoratori in questi anni hanno contribuito a produrre”.
“Nel precedente contratto nazionale le imprese avevano richiesto un’apertura di credito, avuta dai sindacati: meno retribuzione sul contratto nazionale compensato da una estensione della contrattazione aziendale – spiegano i Segretari generali territoriali di Fim Fiom Uilm, Giorgio Uriti, Simone Vecchi, Jacopo Scialla – Questa promessa è stata tradita. I lavoratori sono stati traditi, ed è una provocazione riproporre ancora la stessa storia. E’ il momento di ridare centralità al contratto nazionale. Senza aumenti sui minimi e senza risposte sull’inquadramento, sul diritto soggettivo alla formazione, sulla riduzione della precarietà, sugli appalti e nel complesso sulla parte normativa del contratto non c’è contratto nazionale.” I sindacati inoltre lamentano come dopo ben 13 incontri non vi sia stato alcun passo significativo in avanti nel negoziato.
La mobilitazione in corso ha visto oggi a Reggio Emilia la fermata delle officine di tutto il Gruppo Dana, oltre mille addetti nel comune capoluogo. Si è fermato anche il distretto dell’elettrodomestico della Bassa Reggiana: ferme in sciopero su proposta delle RSU sia la Immergas del Patron della Reggiana AC Romano Amadei, sia la Smeg e la Bertazzoni di Guastalla.
Gli scioperi si sono estesi anche al distretto del barattolo in Val D’Enza: ieri si sono fermati i lavoratori della Crown, con adesioni vicine al 100%.
In sciopero invece oggi anche le aziende del Gruppo Emak, con proclamazioni unitarie dei delegati; due ore di sciopero alla Comet di Pieve, leader nella produzione di pompe idrauliche, e alla EMAK di Bagnolo.
Scioperi proclamati anche nello stabilimento della Comer Industries di Reggiolo in cui, oltre al dissenso per le motivazioni nazionali, i lavoratori hanno espresso in assemblea malessere per la gestione aziendale.
Ferme in sciopero poi anche la Fives Oto di Boretto, la Ognibene Power di Bagnolo, la Alubel, la Penta Service, la Meta System, la Carpenfer di Reggiolo, la Caprari a Rubiera, la Armet di Brescello, la Vimi Fastener di Novellara, la Profiltubi di Reggiolo.
I sindacati fanno sapere che tutte le iniziative di sciopero dei lavoratori stanno avvenendo nel pieno rispetto delle normative anti-covd19 e che l’impegno è quello di garantirne l’applicazione anche in futuro.
Nella giornata di ieri, infine, è stato proclamato dalle federazioni metalmeccaniche nazionali un primo sciopero generale di categoria per il 5 novembre prossimo, data simbolica in cui fu presentata la piattaforma nel 2019, quindi un anno esatto dall’inizio della trattativa.
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Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...
Sono sempre più vergognosi senza un briciolo di pudore ,superpagati per scaldare le poltrone e non per risolvere i problemi reali della gente !
La sinistra vuole solo governare non pensa le cose importanti per gli italiani anche se non è in grado di farl: pur di avere voti […]