Quanta retorica per un vaccino

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L’ipertrofica enfasi politico-mediatica che sta accompagnando la consegna delle prime dosi vaccinali firmate Pfizer muove a qualche imbarazzo. La sfilza di telecamere appostate lungo la strada verso Roma del furgone scortato contenente il prodigioso salvatore delle nostre vite emana un olezzo di fanfara tale da fare sorgere qualche domanda.

A che serve tanto sfoggio di retorica? A chi giova abusare dell’aggettivo “storico” e degli anglicismi più vieti del tipo “Vaccine day” manco fosse il 25 aprile? E la grottesca galleria di primi vaccinati, con partecipazione di governatori regionali a favore di camera, quasi si trattasse di lanciare la Settimana della Moda?

Il tentativo di lucrare qualche spicciolo di visibilità ha contagiato anche amministratori e politici locali. Si vedono sindaci farsi ritrarre accanto al Vaccinato Numero Uno che neanche fosse un marziano caduto dallo spazio.

La fregola con cui la solita politicanza cerca di impadronirsi di una narrazione vincente e a lieto fine deflagra contro la realtà. Il Covid c’è, muta velocemente, aggredisce e uccide i più fragili e non solo quelli. Dovremmo anzitutto cercare di trovare una cura piuttosto che assegnare un’enorme carica di attesa salvifica verso vaccini realizzati a tempo di record ai quali manca incontrovertibilmente la verifica degli effetti collaterali a media e a grande distanza. Speriamo che gli investimenti e le spese dei governi per rafforzare i servizi sanitari non terminino ora che sta partendo l’operazione vaccinale, annunciata dai media come se si trattasse dello sbarco in Normandia.

Il furore ideologico con cui vanno impadronendosi del racconto pubblico gli ultrà del vaccinismo superscientista è speculare alle più demenziali teorie NoVax e NoMask. Non serve a nulla dividersi e combattersi quando in gioco c’è la salute e la vita della specie a cui apparteniamo. Trovo che per ora si stia comportando bene il premier Conte, evitando di parlare di obbligatorietà del vaccino. Non servono fanfare e video emozionali. Non è detto che funzionino, tra l’altro, perché se vedo De Luca su internet farsi fotografare durante la puntura mi viene voglia di fare il contrario. Servono buon senso, dialogo, fiducia reciproca. Non sanzioni. Non imposizioni a rischio di incostituzionalità. Accadrà il contrario, invece: chi non vuole partecipare alla rissa non sarà lasciato in pace ma additato come il nemico della patria. Cerchiamo comunque di salvare i neuroni e di usarli bene, con intelligenza e misura.




C'è 1 Commento

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  1. Paolo

    Bravo Direttore, mi permetto di aggiungere pelosa e ipocrita oltre che retorica. Sono moderatamente preoccupato per un’aspettativa di vita media in ribasso, ma letteralmente terrorizzato dall’idea che il prezzo da pagare sia farsi rompere i coglioni per l’eternità.


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