La Guardia di Finanza di Parma ha scoperto un giro di bitcoin da circa 1,9 milioni di euro attraverso un sito dove l’attività di intermediazione è stata ritenuta illecita, denunciando una persona per abusivismo finanziario e sottoponendo il sito a sequestro preventivo.
Secondo le fiamme gialle, attraverso il web, sarebbe stata proposta la compravendita di criptovalute a potenziali investitori che ricaricavano, in contanti, in uffici postali o esercizi convenzionati, diverse carte prepagate nella disponibilità diretta o indiretta dell’uomo. Questo avrebbe permesso di aggirare il limite massimo annuo di accredito su una singola carta, 100mila euro. Una volta ricevute le somme dagli investitori e dopo aver trattenuto una commissione, tra il 5% ed il 10%, l’indagato avrebbe acquistato i bitcoin in piattaforme autorizzate di trading online per renderli disponibili successivamente sui portafogli digitali degli investitori. A fronte di questa intermediazione, non sarebbe stato istituito alcun sistema di controllo antiriciclaggio.
In nemmeno quattro anni la Guardia di finanzna ha ricostruito acquisti di criptovalute per conto di oltre 1.600 investitori su tutto il territorio nazionale per circa 1,9 milioni e sono state quantificate in 140mila euro le commissioni percepite dall’indagato per l’illecita intermediazione, ovviamente sottratti al fisco. Sono state inoltre contestate sanzioni amministrative per violazione della normativa antiriciclaggio a 18 esercizi convenzionati abilitati alla ricarica di carte prepagate nelle province di Napoli, Milano, Roma e Cosenza, per mancata identificazione dei clienti che avevano effettuato le ricariche in contante.
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