Nessun premio aziendale alle maestranze: proclamato lo stato di agitazione alla Grissin Bon

Grissin Bon sede

Lo scorso primo aprile presso la sede di Unindustria Reggio si è svolto un incontro tra la delegazione dell’azienda Grissin Bon e le organizzazioni sindacali di categoria sul controverso tema del rispetto del contratto integrativo aziendale, al termine del quale Flai-Cgil e Fai-Cisl hanno indetto un’assemblea dei dipendenti che ha proclamato lo stato d’agitazione sindacale.

I lavoratori hanno approvato con voto palese (quattro astenuti su 150 presenti) la proposta avanzata dalle organizzazioni sindacali di avviare da lunedì 12 aprile una prima fase di mobilitazione, che prevede il blocco di tutte le prestazioni effettuate in flessibilità e/o straordinario e un pacchetto di 16 ore di sciopero, le cui modalità di attuazione saranno stabilite dalla Rsu aziendale entro il 30 aprile. Lo stato di agitazione è stato esteso e interesserà anche tutti i lavoratori in somministrazione a termine e staff leasing.

Già nei mesi precedenti, a fronte delle richieste di confronto avanzate dalla Rsu aziendale per parlare di salute e sicurezza, mercato del lavoro, calendario ferie e verifica dell’andamento dei dati legati al salario di produttività, la direzione aziendale di Grissin Bon “non si era mostrata disponibile a fornire risposte approfondite, approntando risposte superficiali e perentorie senza possibilità di avviare un reale confronto”, hanno denunciato Flai-Cgil e Fai-Cisl.

Un percorso che ha visto il suo epilogo proprio nell’incontro del primo aprile: l’azienda, nel comunicare i dati definitivi degli obiettivi che compongono il premio di produttività per l’anno 2020, si è limitata a dichiarare che gli obiettivi negoziati nell’accordo integrativo aziendale non erano stati raggiunti nella loro quasi totalità (ad eccezione di quello della redditività, abbondantemente raggiunto), e che la disponibilità aziendale si sarebbe limitata all’erogazione di poco più del 50% del premio previsto per il 2020.

Una decisione che ha indispettito Flai-Cgil e Fai-Cisl, che hanno accusato l’azienda di aver evitato di prendere in considerazione le sollecitazioni sindacali per l’apertura di un confronto nel merito dei dati, che secondo i sindacati sarebbe stato necessario “per trovare una soluzione che riconoscesse il giusto e meritato premio ai dipendenti, anche in considerazione della straordinarietà del momento”.

Per Giovanni Velotti e Marco Ganzerli, rispettivamente segretari di Flai-Cgil e Fai-Cisl, Grissin Bon “oltre a essere una delle realtà più rilevanti nel panorama industriale alimentare del nostro territorio è un’azienda che nel corso del 2020 non ha risentito della crisi innescata dalla pandemia in atto, aumentando i volumi di produzione. A testimoniarlo i dati positivi della redditività. La decisione di non voler entrare nel merito dei dati, limitandosi a comunicare i soli parametri raggiunti alla controparte sindacale, costituisce un atto grave di evasione da un obbligo contrattuale e un segnale evidente del peggioramento della qualità delle relazioni sindacali. A ciò si aggiunga che Grissin Bon è una delle pochissime realtà industriali reggiane a non aver comunicato la formale adesione al rinnovo del Ccnl del 31 luglio 2020, essendosi arroccata su una posizione puramente pregiudiziale e incomprensibile se paragonata al panorama generale del settore industriale alimentare”.