L’ultima beffa del rifiuto differenziato

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Sta per partire la raccolta dei rifiuti “porta a porta” in centro storico a Reggio: ve le immaginate le vetrine dei negozi, la sera, che fanno luce anche sui sacchi dell’immondizia e i contenitori per l’umido appoggiati accanto alla serranda in attesa dello svuotamento entro la mattina dopo?

Difficile pensare che questa operazione abbia qualcosa a che fare con il recupero della vivibilità del cuore della città e la voglia di tornare a rianimare il centro commerciale naturale di Reggio anche nelle ore serali.

Anche per questa ragione sta prendendo quota l’ennesima raccolta di firme contro questo progetto che il Comune ha voluto: un fronte largo, che accomuna residenti e operatori commerciali, per dire “no” all’ultimo scempio contro ciò che resta del vecchio progetto di arredo urbano, travolto dalla totale assenza di una manutenzione spiccia, fatta strada per strada. Un’idea abbandonata progressivamente da questa amministrazione comunale, dopo che solo in Piazza XXIV Maggio, l’ex Piazza della Legna, si è realizzato quello che altrove è all’ordine del giorno: piazzole interrate per la raccolta differenziata dei rifiuti, per salvare ambiente e il decoro della città. Noi abbiamo i nostri debordanti cassonetti e ce li teniamo orgogliosamente.
La tragicomica storia della raccolta differenziata in città si è arricchito in queste ultime settimane con un nuovo capitolo. Dopo anni di attese e di mancate promesse, all’alba delle prossime elezioni amministrative, sono state attivate le isole ecologiche intelligenti, le “eco station”, che anticipano la cosiddetta tariffa puntuale: un premio da riconoscere nella bolletta Tari a chi differenzia per davvero i rifiuti domestici.

Funziona così: un lettore automatico viene attivato passando la tessera del proprio codice fiscale ed è quindi possibile vuotare nelle apposite bocchette di raccolta rifiuti che si aprono solo per un tempo definito , il residuo indifferenziato, la carta, la plastica, il rifiuto organico. Una soluzione semplice, che altrove è realtà ormai da molti anni, ma anche nell’applicazione reggiana ha trovato occasione di distinguersi in negativo. Al termine dell’operazione di svuotamento dei propri rifiuti, infatti, l’avveniristica “eco station” non rilascia alcuna ricevuta. Al cittadino diligente che si aspetta un riconoscimento per aver risposto all’appello del “differenziamo i rifiuti per salvare l’ambiente e spendere meno per smaltirli” , il display automatico non dà alcuna soddisfazione: né un grazie, né un numero identificativo della qualità e della quantità di rifiuti conferita.

Come verrà quindi calcolato lo sconto annunciato nella prossima bolletta? Per quali e quanti rifiuti conferiti dal nostro cittadino diligente? A questa domanda il numero verde della eco station di Iren ha risposto, dopo un iniziale “Non capisco il quesito” con un poco tranquillizzante “E’ tutto registrato nei data base di Iren, si fidi”.

In assenza di uno straccio di ricevuta che attesta di aver fatto il proprio dovere e con cui presentarsi poi all’incasso del premio sbandierato, vien da pensare che i furbetti del condominio che continuano a svuotare nel primo cassonetto vicino a casa tutti i rifiuti domestici abbiano, come al solito, vita più facile.




C'è 1 Commento

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  1. Giuseppe

    Be’, la porta a porta con deposito in strada la vedo ormai in tutto il mondo.
    Dopo la chiusura si lascia il pattume sul marciapiede e il mattino dopo non lo si trova più.
    La soluzione di Piazza XXIV maggio la conosco bene e posso garantire che è pessima: gli interrati richiedono l’intervento di camion cassonati in piena zona pedonale e spesso in orari di punta, i contenitori sono tutti sottodimensionati, l’indifferenziato puzza e il meccanismo del saliscendi è spesso rotto. In più sono tanti i cittadini (anche gestori di attività) che abbandonano la loro robaccia all’esterno trasformando la piazza in una discarica. Non ci siamo.
    Partendo dal presupposto che i rifiuti esistono, il porta a porta e il deposito controllato in strada potrebbero dare più responsabilità e quindi consapevolezza ai cittadini. Insomma far capire che quel che si scarta non si elimina per magia.
    Sul fatto che manchino le ricevute dopo lo scarico all’isola ecologica è chiaro che siamo immersi nella solita opacità aministrativa che ci tormenta da anni.


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