Le 5 priorità della Cgil esposte ai candidati sindaco di Reggio

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La Cgil di Reggio Emilia, partendo dai contenuti del documento conclusivo del recente Congresso, in vista delle prossime elezioni amministrative del 26 maggio ha incontrato lunedì pomeriggio, presso la sede di via Roma, i candidati sindaco in un confronto di merito sulle priorità di azione del governo locale, per difendere la qualità sociale ed il progresso civile del nostro territorio.

Davanti ad una platea gremita, Ivano Bosco, segretario generale della Camera del Lavoro, ha sottolineato l’imprescindibilità per la Cgil dei valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo e ha illustrato le priorità individuate per il futuro della nostra città.

Sono intervenuti Luca Vecchi, sindaco uscente e candidato del Pd, Reggio è, Fare, Immagina Reggio, Refutura, +Europa; Rossella Ognibene, Movimento 5 Stelle; Daniele Codeluppi, Rec – Reggio Emilia in Comune; Cinzia Rubertelli, Alleanza Civica e Rudy Bellentani, coordinatore cittadino di Forza Italia in sostituzione di Roberto Salati, candidato di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia.

Le priorità che la Cgil di Reggio Emilia ha indicato si possono riassumere in cinque punti.

1) Il lavoro al centro.

Le proposte e le iniziative della Cgil, dal Piano del Lavoro, al piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile, fino alla proposta di legge di iniziativa popolare “Carta dei diritti universali del lavoro” puntano a capovolgere le politiche adottate da diversi anni a questa parte, mettendo al centro i temi del lavoro, della redistribuzione dei redditi attraverso un fisco più equo, un welfare pubblico adeguato e un sistema universale di diritti e ammortizzatori sociali che promuova anche innovazione e sostenibilità sociale del lavoro.

Per la Cgil è prioritario confermare e rafforzare percorsi di confronto e contrattazione territoriale con gli Enti locali sulle politiche economiche e sociali, sugli investimenti e la fiscalità- tariffazione locale.

Il rilancio degli investimenti e di strategie di politica industriale, di innovazione, ricerca e trasferimento tecnologico, valorizzazione delle eccellenze del territorio sono centrali per produrre crescita sostenibile ed equità sociale e per affrontare il nodo della disoccupazione giovanile

2) Legalità e appalti.

Dare gambe al tema della legalità in contrapposizione all’infiltrazione mafiosa nel nostro sistema economico che, come evidenziato dal processo Aemilia, investe profondamente anche il mondo del lavoro. Occorre rafforzare il ruolo di contrasto alla criminalità organizzata e allo sfruttamento del lavoro, partendo dagli appalti di lavori, servizi e forniture; La Cgil chiede la conferma e l’attuazione dei protocolli specifici, che prevedano adeguati criteri di aggiudicazione, clausole sociali, la corretta applicazione dei Ccnle il controllo di tutte le fasi di esecuzione dell’ affidamento (come previsto anche dal recente protocollo tra Comune di Reggio Emilia, CGIL- CISl-UIL per l’attuazione della L.R. 18/2016). Sul tema della legalità è altrettanto necessario proseguire l’opera di informazione capillare e di sensibilizzazione, puntando in particolare alla formazione dei giovani.

3) Ambiente e territorio.

Le politiche di investimento degli Enti locali devono essere orientate alla cura del territorio, al recupero e riciclo, anziché al consumo di suolo, alla messa in sicurezza delle opere pubbliche e al risparmio energetico. Occorre salvaguardare il terreno agricolo ed il paesaggio naturale, promuovere la riqualificazione delle costruzioni esistenti, a partire da quelle dismesse, bonificare i siti inquinati dalle attività produttive del passato e/o dall’amianto laddove è ancora presente.

4) Welfare locale.

Nel modello di sviluppo economico-sociale inclusivo che la Cgil persegue con le proprie proposte ed iniziative non può mancare un forte investimento sul welfare teso a garantire un approccio universalistico di accesso ai servizi, prevedendo forme eque e trasparenti di compartecipazione alla spesa dei cittadini che ne usufruiscono.

Di fronte al complesso problema dell’invecchiamento della popolazione, che pone la domanda di servizi efficienti e sempre più “personalizzati”, la Cgil di Reggio Emilia ritiene che sia necessario rivendicare una nuova responsabilità degli Enti locali nella progettazione, governo e gestione di questi servizi, anche nel ricondurre a sistema l’attività di altri attori che vi operano.

Occorre contrastare l’evidente spinta alla privatizzazione nei servizi socio sanitari; si deve rilanciare e rafforzare l’ASP (Azienda Pubblica di Servizi alla Persona),strumento che consente di tenere insieme programmazione e gestione diretta dei servizi agli anziani (ma anche ad altri soggetti fragili).

Rispetto alle politiche per l’infanzia occorre favorire l’accesso dei/delle bambini/e ampliando l’offerta formativa pubblica nella fascia 0-6 anni e maggiore equità: a tale scopo chiediamo di ridurre i costi a carico delle famiglie per gli asili nido e le scuole dell’infanzia.

Le politiche per la casa devono essere un altro punto fondamentale del welfare da affrontare sempre più con scelte strutturali e non più demandate all’emergenza. La Cgil ritiene che si debba non solo valorizzare il patrimonio pubblico ERP, attraverso incrementi e riqualificazioni, ma anche promuovere e incentivare una filiera dell’abitare che produca soluzioni sostenibili per coloro che non hanno accesso all’ERP, e che non possono permettersi gli alti canoni del mercato libero.

5) Contrasto alla povertà.

La crisi ha moltiplicato le situazioni di fragilità, di povertà, non solo economica, e di disagio sociale, aumentando le difficoltà principalmente delle famiglie numerose, ma anche di quelle mono-personali. Vanno distinti i problemi reali, che un impoverimento complessivo (sul piano economico e dei legami sociali) e una deriva violenta della società rischiano di provocare, dalla propaganda pericolosa che viene perseguita e che tende a far passare il diverso, il povero o l’immigrato, come un soggetto del quale bisogna avere paura e dal quale bisogna difendersi. Così si scade nel razzismo, elemento che la Cgil ripudia e combatte senza esitazioni.

Il nostro obiettivo, infine, rimane quello di ricercare soluzioni in grado di offrire risposte ai vecchi e nuovi bisogni che si manifestano nella popolazione, con un’attenzione particolare alle situazioni di vulnerabilità e marginalità sociale che in questi anni sono aumentate anche nel nostro territorio, ribadendo la nostra contrarietà ad una deresponsabilizzazione del pubblico a favore di una sussidiarietà troppo pervasiva.