Il Pd di Sassuolo: bonus partite Iva ai politici, il leghista Bargi si vergogni

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Scrive il Pd di Sassuolo in merito alla vicenda di Stefano Bargi, consigliere regionale della Lega della cittadina modenese, in riferimento al caso dei contributi di 600 euro inacassati dai politici e destinati dal governo alle partite Iva che non hanno potuto incassare un euro nel periodo del lockdown: “Il consigliere regionale e comunale Stefano Bargi si vergogni e riconsegni tutto, quei soldi erano per le famiglie e le persone in difficoltà.
Stefano Bargi, che, come altri esponenti della Lega, prima ha criticato il provvedimento dei 600 euro di aiuto alle partite IVA definendolo “Un vero pasticcio a danno di milioni di lavoratori autonomi”, e poi ha richiesto e ricevuto i soldi.
Va specificato, però, che qui non si sta accusando il Bargi imprenditore di aver ricevuto il sussidio statale, perché siamo sicuri che la sua attività abbia subito veramente un grosso calo, ma si critica il Bargi politico che non ha avuto nessuna moralità a prendersi i soldi nonostante il suo stipendio da consigliere regionale, nonché vicepresidente della commissione bilancio, il che ammonta a circa 5.500 euro lordi più 2.000 euro di rimborsi (tutto ciò lo si può leggere dal sito dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna). Durante il tempo di insediamento di marzo, molto probabilmente, non ha ricevuto indennità, ma ad aprile sono stati accreditati 10.500 euro, mese nel quale gli sono stati concessi anche i primi 600 euro di aiuto.
La misura è stata pensata come sostegno a coloro che si sono trovati in difficoltà per la pandemia; la vergogna è che il Bargi ha uno stipendio pubblico pagato con i soldi dei contribuenti e ha chiesto ulteriori fondi pagati, in sostanza, di nuovo da questi ultimi.

Lo stesso Bargi ammette di aver ricevuto la sovvenzione per due mensilità di seguito, quindi cade nel vuoto pure la scusa di aver ricevuto i soldi a propria insaputa, perché avrebbe potuto tranquillamente comunicare di non voler ricevere il secondo versamento, in quanto il contributo è nominale ai soci e non alla società.
Chiediamo chiarezza e riteniamo opportuno che autonomamente faccia un passo indietro, prima che il suo stesso partito glielo imponga come sta succedendo già a parlamentari e consiglieri regionali veneti.

Sassuolo è meglio di chi la rappresenta”.

Fava “Caro Bargi, la politica senza etica è spettacolo inguardabile”

Nota del segretario provinciale Pd di MOdena Davide Fava sui 600 euro presi dal consigliere Lega.

“La politica senza etica è uno spettacolo inguardabile”. Lo dice il segretario provinciale del Pd Davide Fava che commenta l’operato, e le relative scuse addotte, del consigliere regionale della Lega Stefano Bargi. Ecco la sua dichiarazione:

“Caro consigliere Bargi, apprendiamo dai media che lei è uno di quei “furbetti” che ha usufruito, legalmente ma del tutto impropriamente, per ben due volte, del bonus da 600 euro previsto per i lavoratori autonomi in difficoltà. Lei sostiene che è stata la sua associazione di categoria, automaticamente, a farne richiesta. Risulta però che per tali operazioni occorra la firma del lavoratore autonomo a testimonianza della propria volontà espressa. Vede quello che lascia l’amaro in bocca al cittadino, ancora di più a quello che si è trovato fermo con il proprio lavoro, non è tanto il fatto che lei ha utilizzato, in maniera legale, fondi pubblici per sostenere la sua attività, ma che i fondi pubblici a cui lei ha accesso mensilmente non sono solo i 600 euro, ma anche i 7mila che le corrisponde la Regione Emilia-Romagna come consigliere regionale (la cifra non le è mai venuta meno in questi mesi). Ora lei afferma di non essere un “furbetto”, se vogliamo metterla sul triviale potremmo dire che, in effetti, una persona che non conosce i documenti che la propria associazione di categoria fa per proprio conto, questo aggettivo non potrebbe usarlo. Se vogliamo rimanere, invece, sul piano della politica, le ricordo che lei, ai primi di aprile (in rete c’è ancora la sua nota stampa), aveva sostenuto che i 600 euro avrebbero dovuto arrivare automaticamente dalle banche, tranne naturalmente, cito testualmente dal suo comunicato, “coloro che teoricamente non ne hanno diritto (redditi superiori a un tot…)”. Ecco ci risulta che i suoi redditi siano superiori a un tot e siano a carico di tutti gli emiliano-romagnoli. La classe politica che lei sta screditando è fatta anche da amministratori seri e responsabili che per poche centinaia di euro al mese amministrano le loro comunità. Quello che distingue lei e i suoi 7mila euro al mese da un sindaco di un Comune di piccole dimensioni è lo stato di bisogno che legittima la richiesta del contributo pubblico, la legittima non dal punto di vista legale (entrambe le richieste sono regolari), ma dal punto di vista dell’etica di chi ritiene di lasciare quelle risorse per chi ne ha più bisogno. La politica senza etica è uno spettacolo inguardabile, indipendentemente da partito interessato”.