Flop in Emilia, scossa di Berlusconi

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Il ”risultato” emerso dalla ”difficile campagna elettorale in Emilia-Romagna conferma la necessità di una profonda riflessione e di un rilancio del nostro Movimento, da realizzare caratterizzando con più forza le ragioni per scegliere Forza Italia”: un “grande partito nazionale”, ”saldamente integrato nel centro-destra”, che in ”Italia non potrebbe esistere senza di noi”, ma ”ben distinto per valori, contenuti e linguaggio dai nostri alleati”, Lega e Fdi, “con i quali condividiamo invece un buon programma di governo da realizzare”. Dopo il flop del voto emiliano-romagnolo con Forza Italia crollata sotto il 3%, Silvio Berlusconi corre ai ripari e prova a suonare la carica ai suoi, dando indicazioni soprattutto sul ”piano operativo”per gettare le basi di un rilancio, a partire soprattutto dal territorio.

Nella relazione approvata all’unanimità dal Comitato di presidenza azzurro mercoledì scorso a palazzo Grazioli, in possesso dell’Adnkronos e letta dal Cav, è tratteggiata la strategia politica del ‘rinnovamento’. Stavolta l’ex premier non cita l’Altra Italia, ma ribadisce la necessità di allargare i confini di Forza Italia, aprendo le porte alla società civile e alla cosiddetta ‘Italia del non voto’, formata dai delusi dalla politica, per lo più dell’area moderata, vero nocciolo duro del partito degli astenuti: ”Dobbiamo proseguire nel rinnovamento, aprendoci alle realtà civiche e ai tanti italiani che non votano più, pur definendosi liberali, moderati, conservatori”.

Per fare questo, avverte Berlusconi, “ripartiamo dai territori, lavorando da oggi per le prossime scadenze elettorali regionali, selezionando candidati forti e liste competitive al proprio interno, rappresentative delle diverse realtà professionali, associative, culturali”. Il leader forzista lancia il ‘Tour della Libertà’ nelle Regioni chiamate al voto con lo slogan ‘Con Forza Italia riparte l’Italia’ e chiede di curare “in modo particolare la formazione dei candidati, in vista della campagna elettorale e della futura attività di governo delle Regioni”.