Coronavirus, si fermano anche cultura e spettacoli in Emilia: il prezzo della sicurezza

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Come ormai noto, per arginare la diffusione del Coronavirus il presidente Bonacini ha firmato insieme al Ministro della Salute Speranza un’ordinanza che limita fortemente ogni tipo di aggregazione pubblica e privata. Al lungo elenco di strutture chiuse per le ultime disposizioni regionali che comprende scuole, asili nido e Università si aggiungono anche Musei e Teatri.

Le misure sono assolutamente legittime e anzi necessarie per limitare il più possibile i contagi e il propagarsi del virus, ma ha avuto un impatto tragico sulla copiosa offerta culturale dell’Emilia, che in questo periodo è particolarmente frizzante.

In tutte le città della Regione, i musei restano chiusi al pubblico e sono sospesi spettacoli e concerti di tutti i teatri. Le disposizioni fanno riferimento al periodo che va dal 24 febbraio al primo di marzo, ma non è assolutamente detto che la storia finisca qui: l’evoluzione della situazione nazionale e internazionale sarà determinante per decidere per un eventuale proseguimento delle limitazioni.

ERT – Emilia Romagna Teatro ha dovuto subire uno dei colpi più duri a causa di questa ordinanza: il Festival VIE aveva appena aperto i battenti al pubblico con la serata di inaugurazione di venerdì 21 e avrebbe dovuto continuare fino proprio al primo marzo. Il programma prevedeva per altro ospiti di portata internazionale quali e ciò rende l’annullamento un vero peccato. L’ordinanza regionale ha comportato in questo di fatto la cancellazione del Festival.

Il risultato di queste diposizioni è una settimana totalmente priva di offerte culturali e risulta difficile pensare che ne sia valsa la pena. È d’altronde questo il prezzo della sicurezza: si chiede un grande sacrificio a chi rischia poco per tutelare quelle categorie che veramente hanno da perdere con il contagio.