Caso Ferrara allo studio, zona che resiste all’epidemia Coronavirus

ferrara

Nell’Emilia-Romagna che lotta contro il coronavirus, c’è un’area del suo territorio – il Ferrarese – che sembra resistere naturalmente all’infezione, registrando una diffusione e un tasso di contagi ben inferiore al resto della regione. E che, per questo, dovrà essere studiato a fondo, così da capire come mai, in quella porzione d’Emilia, il Covid 19 sia stato arginato, in maniera quasi naturale. Fino alla giornata di lunedì 30 di marzo il Ferrarese registrava 306 positivi, 6 in più rispetto al giorno precedente e in quelle 24 ore neppure un morto.

“Magari quando sarà tutto finito – ha osservato nella consueta diretta Facebook il commissario ad acta, Sergio Venturi – ci chiederemo perché i contagi non sono mai cresciuti a Ferrara. Evidentemente qualche ragione ci sarà, o che fosse zona malarica o perché c’è la talassemia, però bisognerà chiederselo perché evidentemente c’è una resistenza naturale di quella provincia a questa infezione che dovremo studiare perché ci potrebbe essere utile anche per altri cittadini”. D’altronde, ha proseguito, “è assolutamente inimmaginabile il motivo per il quale ci sono, ad esempio, 75 servizi in ambulanza a Parma e ce ne sono 12 a Ferrara: bisognerà capirlo perché questa malattia ha dei confini a quasi fisici”. Anche perché, ha argomentato ancora Venturi, “se si andasse a vedere anche la composizione dei contagi nella provincia di Ferrara, c’è una presenza su Ferrara prevalente ma poi tutto il testo si attesta prevalentemente sul confini con la provincia di Bologna, una grande parte della provincia è preservata e di questo sono molto contento per chi vive lì”.