Alluvione Bassa reggiana, la Lega: accertare responsabilità nella piena dell’Enza

enza

Accertare se tutte le casse di laminazione lungo il fiume Enza hanno funzionato correttamente; se la pulizia del letto e degli argini del fiume e la sua relativa manutenzione nei mesi antecedenti l’inondazione sono stati svolti in maniera corretta; perchè è stata comunicata con colpevole ritardo alla popolazione di Lentigione e Brescello l’allerta meteo, cosa che invece è avvenuta sulla sponda parmigiana del fiume Enza.

Sono questi i punti su cui i consiglieri regionali della Lega, i reggiani Gabriele Delmonte e Maura Catellani, hanno chiesto l’attenzione della Giunta regionale con una interrogazione che segue i recenti sviluppi dell’inchiesta della magistratura sull’alluvione del dicembre 2017 colpendo particolar modo la frazione di Lentigione di Brescello,in provincia di Reggio Emilia. Delmonte e Catellani ricordano in quei giorni “si registrarono sul territorio della Provincia di Reggio Emilia numerosi disagi legati al maltempo con piogge abbondanti e vento forte. Proprio l’ingente quantità di acqua caduta, unita allo scioglimento della neve in montagna, causò il gonfiamento dei fiumi Enza e Secchia: entrambi superarono soglia 3 (fissata a 10 mt). E, secondo quanto si legge nella perizia chiesta dalla Procura di Reggio Emilia in ordine all’alluvione “La predisposizione di sacchetti di sabbia lungo l’argine avrebbe probabilmente impedito la tracimazione e quindi il collasso”. Sempre leggendo i dati della perizia si apprende che sono due i fattori principali indicati come cause tecniche della rottura degli argini da parte del torrente Enza, ossia la scarsa efficienza delle casse di espansione di Montecchio e Montechiarugolo, nonché l’abbassamento dell’argine proprio nei punti dove il Fiume Enza tracimò.”.

Il coinvolgimento della Giunta regionale è legata alla risposta che l’allora assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo diede rispondendo a una interrogazione ad hoc presentata proprio dal leghista Delmonte, confermando che le casse dell’Enza erano entrate in funzione in relazione ai valori di portata al colmo transitati in alveo senza che venissero impiegati gli escavatori e che la relazione di collaudo delle casse dell’Enza avevano verificato la corrispondenza tra progetto e realizzazione.
I consiglieri regionali della Lega evidenziano che “le accuse contestate dagli inquirenti alle persone indagate riguardano la mancata tempestività delle comunicazioni di allerta alla cittadinanza di Brescello, trasmesse invece con molto anticipo agli abitanti della sponda parmigiana”. Da qui l’atto ispettivo promosso dai consiglieri Delmonte e Catellani che chiedono alla Giunta regionale di accertare cosa non ha funzionato e quali responsabilità siano a monte di quei drammatici eventi.