Alla scuola “Campi Soncini” di Reggio (75 bambini di 18 nazionalità) il progetto europeo Erasmus+

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L’integrazione e il dialogo tra culture sono tanto più possibili quanto più precocemente entrano in campo strumenti di dialogo e di comprensione: è a questo principio che si ispira il progetto europeo Erasmus+ che coinvolge – tra le altre – anche la scuola dell’infanzia “Campi Soncini” di via Adua (che fa parte della rete Fism) e che per tre giorni ha fatto tappa proprio a Reggio, dove sono giunti gli insegnanti di altre scuole materne provenienti da Germania, Grecia e Svezia per confrontarsi sull’educazione e sulle competenze interculturali all’interno delle realtà educative che seguono i bambini in età prescolastica.

“Lavorare sulle competenze interculturali della scuola – ha sottolineato Monica Salsi, la responsabile della scuola dell’infanzia reggiana gestita dalla cooperativa sociale Dimora d’Abramo – appare oggi non solo una necessità educativa legata all’aumento del numero dei bambini nati in Italia da famiglie straniere, ma un’opportunità per costruire con le famiglie e i loro figli percorsi concreti di partecipazione e promozione di inclusione educativa e sociale”.

Proprio per questo motivo il progetto europeo prevede una serie di incontri (quello avvenuto a Reggio è stato il secondo) tra nidi e scuole dell’infanzia “per uno scambio di metodi educativi e lo sviluppo – ha aggiunto la Salsi – di competenze e pratiche interculturali che hanno per protagonisti i bambini e le famiglie, direttamente coinvolte in percorsi e azioni che consentono di ricercare un significato comune, ad esempio, attorno a ciò che nelle diverse culture appare diverso e rischia di frenare comprensione e integrazione e, nel tempo, di alimentare contrapposizioni e conflitti”.

La scuola “Campi Soncini” è oggi frequentata da 75 bambini di 18 nazionalità diverse, seguiti da nove insegnanti ed educatori: per il presidente della cooperativa sociale Dimora d’Abramo Luigi Codeluppi “è lo specchio di quell’ampia porzione di città che dopo anni di intensi movimenti migratori in entrata e in uscita ha raggiunto un equilibrio e una stabilità che rendono possibile un più efficace lavoro di integrazione, sorretto da buone relazioni tra famiglie e culture diverse che hanno molto a che fare proprio con i percorsi educativi dei bambini”.

Nella loro permanenza a Reggio i 12 insegnanti provenienti da Grecia, Germania e Svezia (che hanno vissuto in “diretta” una mattinata di routine nella scuola reggiana) hanno visitato anche luoghi-simbolo del sistema educativo reggiano (come il Centro internazionale Loris Malaguzzi) e di normale incontro tra diverse culture e sede di servizi alla città (tra questi, ad esempio, La Polveriera), approfondendo inoltre la relazione tra scuola e servizi di mediazione linguistico culturale attivati dalla Dimora d’Abramo.