Agricoltura, piano da 215 milioni in Emilia

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Nuovi invasi per la raccolta e l’accumulo di acqua; estensione ed efficientamento della rete delle condotte irrigue; potenziamento degli impianti di derivazione e sollevamento. E ancora: realizzazione di casse di espansione sia per il contenimento delle piene, sia a scopo irriguo; sostituzione di canalette a cielo aperto con tubazioni interrate a bassa pressione; messa in opera di impianti fotovoltaici galleggianti.

Sono solo alcuni tra i 42 progetti pronti a partire che rientrano nel maxi-piano di investimenti da oltre 215 milioni di euro per il potenziamento e la modernizzazione delle infrastrutture irrigue al servizio dell’agricoltura emiliano-romagnola, frutto della collaborazione tra Regione e Consorzi di bonifica, che sono anche i soggetti chiamati alla realizzazione della maggior parte degli interventi.

Il piano, il più corposo mai realizzato in Emilia-Romagna nel settore delle opere di bonifica e irrigazione, che nel giro di qualche anno permetterà di aumentare la superficie irrigua di circa 167 mila ettari, può contare su diverse linee di finanziamento nazionali e regionali per un totale di 204 milioni di euro, più la restante quota di oltre 11 milioni di euro a carico dei singoli Consorzi di bonifica e di altri Consorzi irrigui privati. In totale, oltre 215 milioni di euro.

Le priorità del Piano. Sono due: creazione di una rete di bacini di piccole e medie dimensioni per garantire un’adeguata “riserva” di acqua da utilizzare per l’irrigazione dei campi in caso di grave e prolungata siccità, come purtroppo si sta verificando sempre più frequentemente a causa dei cambiamenti climatici, e il miglioramento di efficienza delle reti di distribuzione all’insegna del risparmio idrico, delle buone pratiche e della sostenibilità ambientale.

Obiettivi e modalità di attuazione del piano sono stati presentati nel corso di un convegno ospitato questa mattina a Bologna, nella Terza Torre della Regione, al quale sono intervenuti il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli. Tra gli invitati, tra gli altri, il presidente dell’Associazione nazionale bonifiche italiane (Anbi), Francesco Vincenzi, il segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Meuccio Berselli, oltre ai rappresentanti delle organizzazioni agricole dell’Emilia-Romagna (Coldiretti, Confagricoltura e Cia).

Un piano da realizzare nei prossimi tre-quattro annicanale bonifica 2
Tutti gli interventi in programma sono esecutivi o hanno già superato lo step della progettazione definitiva e sono pertanto da considerare cantierabili, secondo un dettagliato cronoprogramma che prevede il completamento dei lavori, con scadenze differenziate, entro i prossimi tre-quattro anni.

La realizzazione dei progetti comporterà un incremento della disponibilità idrica di quasi 46 milioni di metri cubi di acqua all’anno e il potenziamento e l’estensione delle derivazioni e delle opere di distribuzione a vantaggio di più di 13.100 aziende agricole, con una superficie irrigua aggiuntiva di 167 mila ettari.

In merito ai finanziamenti, 188,3 milioni di euro sono il risultato della programmazione di fondi nazionali, tra Piano nazionale di sviluppo rurale (66,9), Piano straordinario invasi (46,61), Fondo per lo sviluppo e la coesione (33,78), Fondo infrastrutture strategiche (27) e Fondo investimenti finanziaria 2017 (14 milioni di euro). 15,9 milioni di euro provengono direttamente dalla Regione, di cui 13,3 come budget complessivo di due bandi del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 che hanno finanziato 15 progetti, e i restanti 2,6 milioni di euro stanziati sulla legge-quadro della bonifica (n.42/1984). A questa cifra si aggiunge la quota-parte di circa 11 milioni di euro a carico dei Consorzi di bonifica e altri Consorzi privati, per un ammontare totale, appunto, di oltre 215 milioni di euro di investimenti.

Gli investimenti sul territorio. Quanto agli interventi previsti, nei territori si registrano opere per 59,2 milioni in Provincia di Ravenna, poi quella di Piacenza (42,7), Modena (28,3), Reggio Emilia (25,7), Parma (25,3), Bologna (20,7), Ferrara (9) e Forlì-Cesena (1,8 milioni di euro). Infine altri 2,9 milioni riguardano progetti a cavallo tra Bologna e Ravenna.

Al maxi-piano va poi aggiunto un progetto in itinere con importanti ricadute sul riminese. Si tratta di un intervento per il recupero a fini irrigui delle acque reflue del depuratore di Santa Giustina, a Rimini, sfruttando i processi fito-depurativi del sistema dei canali e degli invasi sulla sponda sinistra del fiume Marecchia. Un progetto da 6,5 milioni di euro di grande valenza ambientale per ridurre l’uso delle acque di falda che la Regione ha candidato per un finanziamento europeo nell’ambito del programma Life.