Le categorie sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti-Uil, dopo che nei giorni scorsi si è definitivamente rotto il tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, hanno proclamato per la giornata di lunedì 29 marzo uno sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori e delle lavoratrici del settore logistica e trasporti: un settore che, soprattutto in quest’ultimo anno di pandemia, è risultato quanto mai fondamentale e strategico garantendo i servizi di base e i servizi essenziali, l’approvvigionamento delle forniture a vari livelli e la catena di distribuzione indispensabile per la campagna vaccinale anti-Covid.
“A questi lavoratori non vuole essere garantito e riconosciuto un giusto e doveroso aumento salariale per un contratto ormai scaduto da 15 mesi, e nemmeno l’una tantum per il periodo di vacanza contrattuale”, hanno spiegato i sindacati. Una posizione “che appare irricevibile anche in ragione del fatto che le aziende del settore hanno continuato a realizzare profitti, soprattutto connessi agli incrementi dovuti al commercio online e all’aumento di lavoro nella filiera distributiva”.
Parallelamente, hanno sottolineato le categorie sindacali, le associazioni datoriali “hanno sostenuto posizioni legate all’aumento di flessibilità del settore (con estensione di staff leasing e utilizzo del contratto a chiamata) abbassando le tutele e i diritti contrattuali: a partire dal pagamento dei primi tre giorni di malattia e dalla messa in discussione, punto assolutamente irricevibile, della modifica dell’art. 42 del contratto nazionale, ovvero la “clausola sociale” prevista contrattualmente nei cambi di appalto e che serve a tutelare i posti di lavoro nell’infinita catena di appalti e subappalti che caratterizzano e precarizzano già il lavoro di chi opera in questo settore”.
Quella di chi lavora nella logistica, hanno aggiunto Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti-Uil, “è la battaglia di un settore strategico ed essenziale. È una battaglia per i diritti di base, per la rivendicazione di un lavoro equo e dignitoso, sempre più messo sotto attacco da un sistema padronale che punta alla flessibilizzazione, alla precarizzazione e alla destrutturazione della filiera del mondo del lavoro con il conseguente attacco ai diritti essenziali”.
Per i sindacati “è inacettabile che le associazioni datoriali provino nel bel mezzo di una pandemia a impedire il rinnovo del Ccnl avanzando proposte provocatorie che mirano a scardinare aspetti importanti di tutela, continuando a perseguire una via bassa di sviluppo in questo settore che resta in tema di legalità un settore ad alto rischio di infiltrazioni e frodi fiscali e previdenziali”.
A Reggio le categorie sindacali di settore hanno organizzato un presidio dalle 10 a mezzogiorno davanti alla prefettura di Reggio, in corso Garibaldi.
Ultimi commenti
per non parlare degli insegnanti...
Se tutta la politica fosse questa, ci potremmo candidare pure noi....
Quando il sistema del malaffare/ m..ioso viene scoperto, i topi non ballano piu', o almeno si sa di cosa campano. Perche' ai topi se chiudi