Un team medico e infermieristico dell’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio ha salvato la vita a una bambina di soli 14 mesi, che alcune settimane fa aveva inalato inavvertitamente – e all’insaputa dei genitori – alcuni semi di girasole.
La piccola è arrivata in pronto soccorso lo scorso primo settembre con una febbre persistente e sospetta dopo un periodo di vacanza all’estero con la famiglia. Tre settimane prima aveva manifestato colpi di tosse mentre stava mangiando dei semi di girasole, e successivamente anche febbre e attacchi di vomito. Dopo essere rientrata in Italia, tuttavia, la febbre non era sparita, nonostante la terapia antibiotica e l’aerosol.
In pronto soccorso, in considerazione del quadro clinico, la bambina è stata immediatamente ricoverata per essere sottoposta a osservazione ed esami radiologici, alla luce dei quali lo scorso 7 settembre è stato deciso di eseguire una broncoscopia in sala operatoria, a paziente intubata. L’ispezione delle vie aeree ha evidenziato la presenza di un seme di girasole nel bronco principale di sinistra e di altri tre semi nel bronco principale di destra: quest’ultimo, in particolare, era ormai quasi completamente occluso e mostrava una reazione infiammatoria collegata alla lunga persistenza dei corpi estranei nel corpo.
Nonostante le condizioni della bambina fossero apparentemente buone, il quadro clinico riscontrato era considerato molto pericoloso, perché i movimenti dei semi all’interno del bronco avrebbero potuto improvvisamente impedire il passaggio dell’aria; la reazione infiammatoria che si stava già generando, inoltre, avrebbe inevitabilmente condotto a un peggioramento della situazione respiratoria.
I semi, che misuravano fino a 10 millimetri di lunghezza, sono stati rimossi uno ad uno: la delicatissima manovra di disostruzione è stata eseguita dal dottor Roberto Piro, responsabile della pneumologia interventistica, assieme al dottor Nicola Facciolongo, direttore della pneumologia, e grazie all’assistenza anestesiologica della dottoressa Elisa Iannella. Del team hanno fatto parte anche lo pneumologo Matteo Fontana, il dottor Bruno Barili e le infermiere Simona Devoti e Sara Ruzzi. Al termine della procedura, la bambina è rimasta in osservazione nel reparto di pediatria fino al 13 settembre, per essere poi finalmente dimessa.

“Siamo felici che tutto sia andato per il meglio”, ha commentato il dottor Piro: “Quello che è accaduto ci spinge ancora una volta a fare un appello a genitori, nonni e parenti a non abbassare la guardia e a non offrire ai bimbi piccoli frutta secca o altri alimenti che per forma, consistenza o dimensioni possano essere a rischio di inalazione. Se gli alimenti non sono adatti il pericolo è sempre dietro l’angolo”.
“Ringrazio il team di professionisti che ha affrontato un caso potenzialmente a rischio di gravi conseguenze”, ha detto il direttore del presidio ospedaliero provinciale, il dottor Giorgio Mazzi: “Ancora una volta gli operatori coinvolti hanno confermato il loro valore nell’effettuazione di una procedura complessa sotto il profilo tecnico e di grande coinvolgimento emotivo, stante la giovanissima età della bambina”.







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