Un altro lockdown sarebbe fatale

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Non si deve, non si può arrivare a un secondo lockdown generale. Possiamo concederci al peggio qualche blocco locale in caso di focolai incontrollabili. Non di più. Per quanto possa sembrare cinico, la comunque superiore istanza di tutelare la vita di noi stessi e degli altri va sommata a una tragedia immanente: il disastro economico.

L’Italia ha cercato di ripartire dopo il primo pessimo semestre di questo sfortunato anno 2020 con qualche risultato positivo, soprattutto nel settore delle esportazioni. Le agenzie di collocamento del personale, qui in Emilia, hanno ripreso a selezionare profili sulla base di una rinnovata richiesta delle aziende. Qualcosa si è mosso ed è indispensabile che prosegua. L’alternativa non esiste. O meglio: qualora le cose si mettessero male con una recrudescenza del virus su vasta scala, come ad esempio sta accadendo in Francia, in Gran Bretagna e in Spagna, e di conseguenza il Paese dovesse tornare a una situazione di inevitabile lockdown, la prospettiva di ogni nostro ragionamento dovrebbe essere rivista e adattata alla nuova situazione. Altro che prima fase del Recovery Plan.

Parte dell’Europa rischierebbe di scivolare in una povertà diffusa smarrendo il proprio ruolo nel mondo e subendo gravissime lacerazioni a ridosso e all’interno dei confini dell’Unione. Decine di milioni di persone perderebbero il posto di lavoro e una qualsiasi forma di reddito aggiuntivo. Faremmo passi indietro in termini di decenni. Lo Stato non sarebbe più in grado di pagare le pensioni e le tensioni sociali agiterebbero le piazze. Ne deriverebbero instabilità politica e probabili violenze. Un incubo.

L’arrivo dell’estate scorsa ha coinciso con l’alleggerimento dell’aggressione del virus. Ne siamo usciti spensierati dopo le angosce e le sofferenze dei primi mesi dell’anno. Era inevitabile che gli italiani tornassero in vacanza, al mare o in montagna, o comunque si mettessero in giro. I numeri dicono che molti hanno rinunciato ai viaggi all’estero, temendone le conseguenze, e forse un poco anche per senso di patriottismo. Questi sacrifici, peraltro nemmeno troppo pesanti, sono bastati? Evidentemente no.

La carica virale si è ripresentata nella Penisola meno che in altre zone d’Europa, ma l’arrivo dell’autunno con la ripresa del lavoro e delle scuole ne ha acuito la presenza moltiplicando i contagi. Ora la convivenza col Covid si è fatta più complicata. Il governo avrebbe potuto ottenere i fondi del Mes per favorire investimenti immediati nel comparto della sanità, ma la persistente ostilità delle forze populiste lo hanno sino ad ora impedito. Scelta ben poco comprensibile in una situazione come questa.
Aldilà di qualche uscita infelice – il ministro Speranza che invita gli italiani in tv a farsi delatori dei comportamenti presunti scorretti del vicino di casa, innescando un potenziale sistema di odio e vendetta di cui non si avverte il bisogno – l’azione dell’esecutivo è ora improntata al massimo rigore proprio per evitare le suddette circostanze.

Nel nuovo dpcm vi sono misure restrittive che taluni potranno considerare fuori luogo, ma la gravità delle possibili conseguenze di una nuova ondata pandemica suggeriscono di non perdersi troppo nei dettagli. È già accaduto nei mesi scorsi: locali notturni e discoteche aperte, allentamento voluto dalle Regioni per non scontentare gli operatori locali, e le conseguenze si sono viste.

Non sembrano in vista soluzioni miracolistiche tipo vaccino sicuro e valido da subito per tutti. Che fare? Adottare con responsabilità le misure di prevenzione che tutti ormai conosciamo: distanziamento, mascherine nei luoghi pubblici, sanificazione degli ambienti chiusi, lavaggio frequente delle mani. È raccomandata anche la app Immuni. Personalmente l’ho scaricata, nutro dubbi sulla reale efficacia ma non vedo perché non contribuire a un tentativo di tracciamento dei contagi nell’interesse di tutti. Pandemie sono già avvenute nella storia umana, alcune assai più assassine di questa, e anche questa passerà con il suo comunque enorme carico di vittime. Un carico che tuttavia possiamo rendere meno gravoso adottando qualche semplice precauzione. Why not?