Il sindaco di Nagasaki, Tomihisa Taue, visiterà Marzabotto nella mattinata del 30 aprile. Ad attenderlo ci saranno il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il sindaco di Marzabotto Romano Franchi. Al sindaco giapponese saranno consegnati origami a forma di gru, simbolo di fratellanza tra i popoli, e messaggi di pace dei bambini emiliano-romagnoli.
La visita conclude infatti un percorso volto a unire nel nome della pace l’intera comunità dell’Emilia-Romagna alla città giapponese. Attraverso la rete dei Centri di educazione alla sostenibilità (Ceas) tra marzo e aprile sono stati organizzati dei laboratori artistici in una trentina di classi delle scuole primarie emiliano-romagnole. Agli alunni è stato insegnato a realizzare origami a forma di gru, da inviare ai bambini che frequentano la scuola “Shiroyama” di Nagasaki. Qui, a causa dell’esplosione atomica, persero la vita tutti i 1.400 bambini presenti.
Prendendo parte ai laboratori per la creazione di origami, i bambini hanno avuto l’occasione di riflettere sulle conseguenze del pericolo atomico per il pianeta. L’Emilia-Romagna, per la sua storia e la sua tradizione culturale, è infatti una terra dove la cultura della pace è profondamente radicata.
Il programma della giornata avrà inizio alle 9,30 presso l’Istituto Comprensivo di Marzabotto alla presenza dell’assessore della Regione Emilia-Romagna Paola Gazzolo, Massimo Bersani (Associazione Gru della pace) e Anna Salerno (Ceas Parchi Emilia Orientale). In seguito ci si sposterà alle 11 presso la scuola Casa della Cultura e della Memoria di Marzabotto, in via Aldo Moro 1. La giornata della delegazione proseguirà poi con la visita di Monte Sole e gli incontri con Valter Cardi, Presidente del Comitato per le Onoranze ai caduti di Marzabotto, Gianluca Luccarini, presidente Associazione Familiari delle Vittime, Alessandro Borghi, presidente dell’Anpi locale e Valentina Cuppi, in rappresentanza della Scuola di Pace di Monte Sole.
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Là Cgil pensi ai soldi spesi da Landini x la comunicazione e ai suoi dipendenti licenziati e poi può parlare
Spero non fosse Max Mara
Condivido la succinta ma chiara analisi del Signor Campani. Saltando di palo in frasca, credo di riconoscere in lui un mio esemplare alunno di prima media