Siccità in ER, agricoltura in allarme

siccità del fiume Po ph. Paolo_Panni

A inizio marzo l’Osservatorio permanente sulle crisi idriche, riunendo tutte le istituzioni e i portatori di interesse del bacino del fiume Po in seno all’Autorità distrettuale del fiume Po, aveva certificato il grave stato di allerta idrica nella Pianura padana, dovuto alla perdurante mancanza di precipitazioni nevose e piovose omogenee, alla forte aridità dei suoli e all’impoverimento progressivo delle falde sotterranee.

Un allarme che si ripercuoterà a breve anche sul settore agricolo, secondo Confagricoltura Emilia-Romagna: il livello del fiume Po a Pontelagoscuro (in provincia di Ferrara), ad esempio, si presenta attualmente sotto lo zero idrometrico di ben 5 metri e 90 centimetri, con una portata di poco superiore ai 600 metri cubi d’acqua al secondo, quando la “normalità” durante l’anno sfiora mediamente i duemila o tremila metri cubi d’acqua al secondo.

In assenza di piogge imminenti e con scorte d’acqua al minimo storico, l’agricoltura teme da una parte la siccità e dall’altra l’abbassamento delle temperature notturne previsto nei prossimi giorni, un mix esplosivo che potrebbe danneggiare produzioni frutticole e barbabietole da zucchero.

In cima alla lista delle preoccupazioni ci sono i campi di frumento tenero e duro, che in Emilia-Romagna si estendono su una superficie coltivata complessiva di oltre 250.000 ettari. Secondo il presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna Marcello Bonvicini “i produttori di grano si preparano a fronteggiare la siccità pianificando irrigazioni di soccorso a costi elevatissimi, visti i rincari del gas e dell’energia elettrica. Si profila una stagione complicata per il mais, coltura che necessita di molta acqua ed è vicina al suo periodo di semina su oltre 100.000 ettari di superficie regionale”.

Ma non solo: anche le barbabietole da zucchero hanno difficoltà a germogliare, e soffrono anche le bietole da seme. Come aveva già anticipato l’Autorità distrettuale del fiume Po nei giorni scorsi, la disponibilità d’acqua attuale non potrà colmare i fabbisogni della prima parte dell’estate e potrebbe generare una situazione di forte stress per l’habitat fluviale e di mancanza o calendarizzazione degli approvvigionamenti per il settore produttivo.

“Senza acqua – ha sottolineato Bonvicini – non si coltiva più. Le irrigazioni di soccorso diventano un elemento ordinario a fronte di condizioni meteo sempre più imprevedibili”. Per questo Confagricoltura Emilia-Romagna ha formulato alle istituzioni una precisa richiesta per soddisfare le esigenze agricole e idropotabili nei periodi siccitosi: “Bisogna passare ai fatti e garantire la disponibilità idrica; basta con le parole, occorre snellire l’iter procedurale per la costruzione di invasi di stoccaggio nelle aree più fragili del territorio; ad oggi servono almeno 10 anni per realizzare un’opera di medie dimensioni, una follia”.