A 24 ore dall’annuncio del dietrofront sul progetto del cosiddetto “Polo della moda” che sarebbe dovuto sorgere a Mancasale, nell’area che un tempo ospitava le Fiere di Reggio, Max Mara Fashion Group è tornata a intervenire pubblicamente, questa volta per smentire quelle che definisce “accuse infondate” sulle condizioni di lavoro all’interno dell’azienda.
“Per coerenza con il nostro stile”, ha chiarito Max Mara, “abbiamo atteso alcuni giorni prima di intervenire pubblicamente sulle notizie che riguardano le nostre politiche del lavoro: la nostra azienda non è abituata a commentare, ma a lavorare. Da sempre mettiamo al centro dell’attenzione l’impegno quotidiano, i nostri collaboratori, il rispetto delle regole e la qualità del prodotto, convinti che sia questo il modo più autentico per contribuire a dare valore al nostro territorio e al nostro Paese”.
Oggi, tuttavia, “a causa di una campagna caratterizzata da disinformazione, sensazionalismo e superficialità sentiamo il dovere di prendere parola e intervenire, sia per rispetto della verità che a tutela delle persone che ogni giorno, da quasi 75 anni, lavorano per la reputazione e il prestigio di Max Mara Fashion Group”.
“Ci ha sorpreso che accuse infondate in merito alle condizioni di lavoro vigenti all’interno di un’azienda del nostro gruppo, sino a insinuare che non vi sia rispettata la legalità, abbiano alimentato una narrazione che offende innanzitutto le persone che vi lavorano. Intendiamo smentire che vi sia all’interno di Max Mara Fashion Group un clima lesivo della dignità delle persone, come confermato dall’intervento pubblico di una folta rappresentanza di lavoratrici della Manifatture di San Maurizio”.
E proprio una rappresentanza di queste lavoratrici della Manifatture di San Maurizio sarà accolta in municipio a Reggio nella giornata di mercoledì 2 luglio dal sindaco Massari, che la scorsa settimana aveva invece incontrato una prima delegazione di lavoratori e lavoratrici che avevano espresso “disagio” per le condizioni di lavoro interne all’azienda.
Volevo chiedere,se dipendente di MaxMata , sono informati,quanto stato chiede a Maramotti da pagare per mantenere questa azienda in Italia?Ultimi rimasti in Italia,per dare un lavoro donio alle donne. A qualcuno non piace e vogliano rovinare Ultimi aziende Italiane….Mio consiglio a operaia,che hanno fatto sciopero,andare via da Max Mara e aprire partita Iva e provare dare da mangiare almeno a se stessi….Non parlo prendere dipendente,perché lo voglio bene….Poi fra un anno parliamo….MaxMara ricorderete,come sogno d’oro….