La clamorosa rottura delle relazioni tra il gruppo industriale Max Mara Fashion Group e il Comune di Reggio, che ha portato al fallimento del progetto Polo della Moda in area Mediopadana di Reggio Emilia, è stata preceduta da una serie di attacchi portati in sede politica contro l’azienda dal patto di ferro tra estrema sinistra e Cgil, nella piena compiacenza del sindaco Massari, a livello locale e persino parlamentare.
Nello scorso giugno, il deputato torinese Grimaldi, di Alleanza Verdi-Sinistra, ha attaccato Max Mara, evidentemente sollecitato dai compagni reggiani, alla Camera dei deputati.
Successivamente il consiglio comunale di Reggio ha dedicato un’ampia discussione in occasione del voto sul Polo della Moda, dichiarando in sintesi che l’amministrazione avrebbe comunque sotto attenta osservazione le vicende sindacali in atto nelle aziende del gruppo Maramotti. Una sorta di messa sotto tutela del più grande gruppo industriale reggiano.
La registrazione del consiglio comunale del 23 giugno
Di nuovo ieri alla Camera, il deputato verde-sinistro Grimaldi è intervenuto in aula usando toni molto accesi per attaccare di nuovo la proprietà di Max Mara, rea a suo dire di sfruttare oltre modo le migliaia di dipendenti del gruppo (4.600 addetti nella sola Italia) e addirittura di insultare personalmente le operaie dell’azienda controllata Manifatture San Maurizio.
Osservando obiettivamente i fatti, è incontestabile che sia in corso una strategia dí delegittimazione dei Maramotti, accesa dalla Cgil landiniana e fatta propria dal sindaco Massari in collaborazione con l’estrema sinistra locale. Una guerra vera e propria che smentisce le fantasiose interpretazioni sulla vicenda e che riporta a un clima di lotta di classe di altre non fortunate epoche, nel quale a rimetterci sono regolarmente i lavoratori veri, gli imprenditori, le famiglie, la brava gente che fatica per creare insieme benessere e agio, a differenza delle burocrazie politiche e sindacali che ne strumentalizzano la funzione sociale per conservare i propri privilegi.
Forse a tanta, troppa, gente sfugge un dettaglio importante: i brand del lusso vivono di immagine, prima ancora che di prodotto. Anche in una riunione condominiale di Pieve Modolena questo concetto è chiaro a tutti. Le rimostranze di alcune lavoratrici della Manifattura sono state fatte proprie da un sindacato che non ha mai inteso difenderle ma che al contrario le ha colpite, proprio volendo colpire l’immagine di un gruppo che di esso vive e fa vivere migliaia di dipendenti. Si volevano semplicemente mostrare i muscoli dopo una sonante sconfitta elettorale qual’è stata il referendum. Il risultato lo vediamo sotto i nostri occhi. Compromettere il futuro dei nostri figli non è impresa da dilettanti è criminale. La soluzione delle dipendenti maltrattare da qualche capetto arrogante la si trovava all’interno dell’azienda non in parlamento e/o sui giornali, causando un danno economico colossale, ma questo evidentemente non interessava a coloro che hanno cavalcato la vicenda per evidenti fini personal e politici d’avanspettacolo. I diritti delle lavoratrici saranno molto ben rispettati quando la produzione sarà trasferita in Tunisia ? Vorrà dire che saremo tutti assunti dal sig. Sesena noto e capace imprenditore
che Luigi Maramotti giri per le aziende del gruppo ad insultare personalmente le proprie dipendenti, offendendole…mi pare cosa assai poco probabile.
Che ci siano dinamiche interne ed atteggiamenti “poco simpatici” tra i responsabili o capi reparto e le operaie e’ cosa nota e risaputa e sedimentata da decenni…..di certo per fare le operaie a Manifatture San Maurizio non bisogna essere “troppo permalose”, se mi e’ concesso l’eufemismo. Istanze “civili e democratiche” messe in atto per migliorare le condizioni lavorative, ambientali e salariali, sono sacrosante.
Bè, non è perchè uno si chiama Maramotti può fare quello che vuole, la questione dei posti di lavoro diventa un ricatto bello e buono, ci sono regole, c’è anche il dissenso, penso che se dei lavoratori esprimano le loro idee e i loro punti di vista non sia un problema per nessuno, tant’è che il buon Luigi non applica nessun contratto nazionale e snobba le relazioni sindacali e allora cosa fa? Si offende ,poverino, se il sindaco li riceve in delegazione e fa i capricci come un bambino…..Massari, fuori gli attributi !!!!