Sessantotto dipendenti della Manifattura di San Maurizio, che non hanno aderito alle proteste delle ultime settimane contro Max Mara Fashion Group, hanno scritto una nota congiunta per esprimere quella che definiscono “una posizione diversa” rispetto alle contestazioni mosse dalle loro colleghe dello stabilimento reggiano.
“Tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni o dal settore, affrontano delle sfide e dei problemi; la nostra non fa eccezione. Tuttavia, pur riconoscendo l’importanza del diritto allo sciopero esercitato da alcune nostre colleghe, che evidentemente percepiscono un disagio nel proprio ambiente di lavoro, riteniamo doveroso prendere le distanze da alcune affermazioni e modalità che sono emerse durante la protesta e che non rappresentano la totalità delle lavoratrici”.
Prima di tutto, secondo le 68 persone che hanno voluto distinguere la propria posizione da quella delle altre, “va precisato che le colleghe che hanno aderito allo sciopero non rappresentano tutte le 210 lavoratrici dello stabilimento ma indicativamente un terzo, e il numero effettivo delle partecipanti è ben noto anche alle organizzazioni sindacali. La maggior parte di noi, infatti, ha scelto di continuare a lavorare, rispettando le diverse posizioni espresse. Ciò che però ci ha colpito maggiormente è stata la rappresentazione distorta del nostro ambiente di lavoro trasmessa da alcuni media e dalla politica. In particolare, riteniamo inaccettabili i toni aggressivi, le accuse personali e alcune espressioni utilizzate durante la protesta, come ‘schiave’, ‘obese’ o ‘mucche da mungere’, che non rispecchiano in alcun modo il clima all’interno dello stabilimento né il vissuto della maggioranza di noi”.
Poi un excursus sulle condizioni lavorative: “La nostra giornata lavorativa è di 8 ore, con un’ora di pausa pranzo e quattro intervalli così distribuiti: sia al mattino che al pomeriggio 10 minuti di pausa aziendale e 8 minuti di interruzione dell’attività lavorativa per consentire il recupero muscolare (come da valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori). Inoltre, oltre a queste pause è possibile usufruire di ulteriori brevi interruzioni (pausa caffè, bagno ecc…) quando necessario”.
Per quanto riguarda il sistema di cottimo, “spesso demonizzato, è previsto dal nostro contratto di lavoro interno e non sostituisce il salario base, bensì lo integra. Ogni lavoratrice riceve un salario fisso mensile a cui si aggiunge un incentivo legato alla produttività. In caso di difficoltà a raggiungere gli obiettivi, è sempre possibile rivolgersi alla capo reparto per chiarimenti, supporto o eventuali modifiche temporanee. Il sistema non rappresenta una forma di pressione, ma un’opportunità concreta di aumento della retribuzione, calibrata sulle capacità di ciascuna. Ogni mansione è infatti valutata attentamente attraverso l’analisi del rischio di sovraccarico biomeccanico, in modo da garantire che i carichi di lavoro siano compatibili con la salute e la sicurezza delle lavoratrici”.
Negli anni, hanno ricordato le 68 dipendenti, “abbiamo avuto la possibilità di sperimentare flessibilità in diversi ambiti: durante il periodo scolastico è possibile un orario di ingresso posticipato per accompagnare i figli a scuola, a condizione di recuperare in modo da mantenere le otto ore lavorative. Nel periodo estivo, invece, data la variazione degli orari dei trasporti pubblici, è consentita un’uscita anticipata per evitare lunghe attese dell’autobus. L’azienda fornisce a tutti i dipendenti un’assicurazione sanitaria che offre una copertura per spese mediche e sanitarie e un sistema di welfare aziendale: per gli over 30 di 500 euro più 100 euro cadauno per i figli a carico, per quanto riguarda gli under 30 di 700 euro”.
Lo stabilimento di Manifattura di San Maurizio, secondo chi ha firmato la nota, “è un ambiente di lavoro curato e sicuro, con attenzione al benessere delle lavoratrici. Gli spazi di lavoro sono climatizzati in estate per garantire, per quanto possibile, un ambiente fresco anche nei mesi più caldi, mentre durante l’inverno i locali sono riscaldati in modo adeguato, per mantenere sempre una temperatura confortevole. Dal punto di vista della sicurezza sul lavoro vengono effettuate visite mediche annuali basate su protocolli sanitari decisi in base alle mansioni svolte. I corsi di aggiornamento sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro vengono sempre organizzati con estrema puntualità e, recentemente, durante questi corsi sono stati introdotti anche esercizi posturali in azienda, per migliorare il benessere fisico e prevenire disturbi muscolo-scheletrici e non per dimagrire”.
Durante la pandemia, che ha colpito duramente il settore tessile emiliano, “la dirigenza ha sempre anticipato gli importi previsti dalla cassa integrazione, dimostrando attenzione verso le famiglie dei propri dipendenti”.
“Siamo convinti – si conclude la nota – che la soluzione ai problemi passi attraverso i canali di comunicazione interni all’azienda, evitando la diffusione di critiche infondate sui social media o sulla stampa. Il rispetto, elemento chiave per una collaborazione efficace, deve essere reciproco. Negli ultimi giorni le accuse mosse all’azienda, e tuttora irrisolte, hanno generato un clima interno caratterizzato da palpabile nervosismo e amarezza; pur comprendendo la preoccupazione per eventuali ritorsioni, riteniamo che chiunque abbia scelto di affrontare apertamente le proprie questioni abbia sempre trovato ascolto e supporto. Per questo, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti, affinché si possa ritornare a un confronto costruttivo e rispettoso, mettendo al centro le persone prima delle posizioni”.







Baciapile capitaliste.