Riva, ex tutto, ora scala +Europa

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Il gruppo reggiano (ma anche quello emiliano) di Più Europa si è trovato di fronte a una brutta sorpresa, lo scorso weekend al congresso fondativo di Milano, quando ha scoperto che ben due tra gli eletti nell’assemblea nazionale del partito (Roberto Baldi e Martina Cita) rappresentano due perfetti sconosciuti per chi abbia nei mesi scorsi raccolto, organizzato, eletto le prime realtà territoriali in Emilia della forza che si ispira a Emma Bonino.

È successo che, secondo antica prassi democristiana evidentemente sopravvissuta nel modo di fare politica di Bruno Tabacci (che della Bonino è alleato per apparenti ragioni ideali), negli ultimi giorni prima del congresso un numero spropositato di iscritti si sia riversato sul partito europeista, e che, con questo, si sia realizzata la tipica “scalata”.

(nella foto Matteo Riva e Roberto Baldi)

Il gruppo reggiano, coordinato da Layla Yusuf, che vede tra i propri assidui partecipanti figure conosciute e storico dell’area Bonino (Marco Scarpati, Stella Borghi) ma anche di provenienza dal centrosinistra e dalla liberaldemocrazia quali Giovanni Andrea Ferrari, Simone Montermini e Mauro Ponzi, oltre a un nutrito gruppo di giovani attivisti, è rimasto dapprima sorpreso dalla vicenda.
Anche perché si è velocemente scoperto, tramite una carrellata Facebook, che dietro la scalata emiliana a Più Europa c’è un vecchio galleggiatore della politica politicante, quel Matteo Riva già condannato in primo grado a due anni di carcere per peculato durante il suo mandato in Regione e campione di transito dai vari partiti (da Comunione e liberazione al Cdu, dai Comunisti italiani all’Italia dei valori).
Ora Riva, che esplicitamente appoggia il vecchio amico Baldi, si tramuta in fan della Bonino ed entra direttamente nel partito. Ma il rischio che si teme in Emilia è l’opposto: se Più Europa è permeabile a soggetti come Riva, è probabile che molti di più se ne allontanino.



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