Reggio, proclamato lo stato di agitazione del personale di polizia penitenziaria

carcere Reggio Emilia
Le organizzazioni sindacali reggiane Fp-Cgil, Fns-Cisl e Uil-Pa, dopo i numerosi eventi accaduti dall’inizio del mese di febbraio negli istituti penali di Reggio (nove episodi di danneggiamento, quattro tentativi di suicidio, quattro incendi e due aggressioni al personale, l’ultimo dei quali verificatosi martedì 11 febbraio), hanno proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale di polizia penitenziaria, annunciando altre iniziative di protesta nel caso in cui non siano fornite risposte immediate e risolutive.

Secondo gli esponenti delle sigle sindacali Giovanni Trisolini, Vito Bonfiglio e Leonardo Cannizzo “non passa giorno ormai che non si verifichino eventi critici la cui gestione difficoltosa espone il personale non solo di polizia penitenziaria a seri pericoli per la propria incolumità”.

L’attuale sezione destinata alla gestione di soggetti particolarmente pericolosi, per i sindacati, “si è rivelata fallimentare per il semplice fatto che la presenza di tale sezione vede l’elevata concentrazione di soggetti problematici ben oltre il numero previsto inizialmente”. Tutte le 20 camere (sez. art. 32 + accoglienza), infatti, oggi risultano occupate da detenuti particolarmente pericolosi.

Le restanti quattro camere, invece, sono destinate ai detenuti posti in isolamento disciplinare. Per le organizzazioni sindacali gli istituti penali reggiani, “storicamente caratterizzati da numerose iniziative ricreative, scolastiche e formative volte al reinserimento dei ristretti, sono fortemente penalizzati da tali insostenibili situazioni che inficiano il complessivo buon andamento dell’istituto”.

“Infatti risulta essere alto il burn-out del personale, oramai esasperato da tale situazione, che conseguentemente determina un elevato numero di assenze dal servizio. È giunto il momento di invertire la rotta! Chiediamo pertanto ai vertici dell’amministrazione penitenziaria di intervenire urgentemente riducendo la capienza della sezione ex art. 32 redistribuendo anche presso altri istituti i detenuti pericolosi”.