“Questo bilancio è stato pensato in tempo di pace. Ora siamo in guerra e il nostro nemico è una malattia subdola, perché si diffonde attraverso chi non sa di averla, e maledetta, perché può portare a una morte brutta e in solitudine.
A chi non ce l’ha fatta, a loro e alle loro famiglie, va il nostro pensiero e il nostro cordoglio. A chi è ora malato, il nostro incoraggiamento. A chi si sta prendendo cura, il nostro ringraziamento”. Con queste parole l’assessore al Bilancio del Comune di Reggio Emilia Daniele Marchi ha presentato ieri sera la delibera relativa al Bilancio di previsione 2020. “Questa guerra ha diviso in due il Paese: da una parte chi è costretto a stare in casa, dall’altra chi è costretto ad uscire per far funzionare i nostri ospedali e tutti quei servizi che non si possono fermare. Noi siamo in questa parte del Paese, quella che non si può fermare”.
Prima di iniziare, voglio ringraziare il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori e tutti i tecnici per lo sforzo e l’impegno profusi per garantire alla nostra città la funzionalità del Consiglio. Un ringraziamento va al presidente della Commissione Bilancio Aguzzoli che, anche in questa difficile situazione, ha garantito la massima fruibilità e funzionalità delle sedute di Commissione”.
“L’attualità ci conferma una dimensione qualitativa che, giocoforza, impatterà anche sul futuro dell’ente e della città intera – ha proseguito l’assessore Marchi – L’emergenza sanitaria ha una regia e un impegno a tratti eroici del nostro sistema sanitario, nazionale, regionale e locale. La dimensione sociale di questa emergenza deve invece avere una regia che ci vede, come enti locali, in prima linea.
Questa guerra sta producendo un cambio di rotta inaspettato e profondo, non tanto e non solo nei bilanci dei comuni, quanto piuttosto delle prospettive di medio e lungo termine di una comunità, di un Paese e forse del mondo intero. Non serviranno solo variazioni di bilancio, ma variazioni di visione, nuovi assetti e paradigmi.
Ritengo, tuttavia, che due scelte fondamentali prese dalla Giunta e contenute nella proposta di Delibera siano tuttora di grande attualità.
La prima riguarda il potenziamento dei servizi a famiglie e persone in difficoltà, sostenuto anche da una manovra sulle entrate, che resta una assoluta priorità. La seconda consiste invece nel forte e denso piano di investimenti a sostegno dell’economia e del lavoro, che era ed è una assoluta priorità.
Quale sarà l’impatto della crisi sulle finanze locali e, quindi, sulla reale possibilità di sostenere servizi e investimenti, ancora non lo conosciamo. Sappiamo che, soprattutto per le entrate e le spese di parte corrente, sarà molto impegnativo.
Sappiamo anche che il nostro è un bilancio solido, con i fondamentali in ordine, senza debiti fuori bilancio e senza situazioni di sofferenza né internamente né sul versante delle partecipate. Pur con le manovre fiscali ipotizzate, restiamo uno dei comuni con la tassazione locale più basse e, anche con l’incremento di debito ipotizzato, restiamo uno dei comuni con l’indebitamento più basso d’Italia.
A tale proposito, voglio fare un inciso sul tema del Fondo per i contenziosi che ha visto l’espressione di parere non favorevole da parte di un membro del Collegio dei Revisori, Collegio che in ogni caso ringrazio per il lavoro, la presenza oggi e la disponibilità durante la seduta della commissione bilancio. Come ben spiegato in sede di Commissione, il Fondo è stato pesato sulla base delle valutazioni dell’Avvocatura ed è sulla base di quelle valutazioni che il Collegio ha espresso il suo parere di congruità; ci tengo anche ricordare che l’importo iscritto a Bilancio è superiore, quindi più prudente, rispetto a quanto legittimamente possibile in ossequio ai principi contabili vigenti. Precisati questi punti, mi permetto anche di cogliere il punto di vista del revisore Vincenzo Minzoni e, come per altro scritto nella relazione del Collegio, mi impegno a monitorare con particolare attenzione l’evolversi delle posizioni più delicate.
Senza timore di essere smentito, ribadisco quindi che quello del Comune di Reggio Emilia è un bilancio solido e con i conti in ordine.
Ma questo potrebbe non bastare. L’esposizione tra maggiori spese e minori entrate potrebbe essere difficile da sostenere. Per questo salutiamo con favore gli ultimi provvedimenti governativi che, grazie anche al lavoro di Anci, hanno messo al centro i fabbisogni dei comuni. Serve comunque di più.
I 400 milioni per l’emergenza alimentare rappresentano risorse importanti per sostenere le persone più in difficoltà. Sono 900 mila euro per la nostra città, per intervenire da subito a sostegno delle fasce più povere della popolazione e non lasciare nessuno senza beni essenziali. Devo anche ricordare che, in questi giorni, i nostri servizi, la rete del Terzo settore locale e l’attivazione di tantissimi cittadini hanno reso possibile un supporto concreto e fattivo di cui non saremo mai abbastanza grati.
Anche l’anticipo del Fondo di Solidarietà comunale è certamente un primo passo importante: per il nostro Comune significherà incassare in anticipo circa 18 dei 29 milioni di euro, in ogni caso già previsti a Bilancio per l’anno 2020.
È la strada giusta, sono primi passi, ma servirà di più. I comuni, così come le imprese, da soli non ce la possono fare. Allo stesso modo, le famiglie e i lavoratori e lavoratrici, da soli, non ce la potranno fare.
Lo Stato – come ha detto Mario Draghi – deve mettere in campo il suo bilancio per proteggere i cittadini e l’economia. Ma anche lo Stato, l’Italia, da sola, non ce la potrà fare.
Abbiamo quindi tutti bisogno gli uni degli altri. E abbiamo bisogno di più Europa, sperando che i fatti smentiscano le parole di Jaques Delors, che nei giorni scorsi ha ricordato che “Il clima che sembra regnare tra i capi di Stato e di governo e la mancanza di solidarietà europea fanno correre un pericolo mortale all’Unione europea”. Credo debba esserci chiaro che quel pericolo mortale ci riguarda molto, molto da vicino”.
“Avevamo deciso, con questo Bilancio, di potenziare i servizi per famiglie e persone fragili perché li avevamo individuato una priorità. In questi giorni il nostro sistema di welfare locale è stato ribaltato, è stato riadattato con una velocità impressionante alle nuove esigenze: disabili, minori, famiglie, senza dimora, tutti, per tutti c’è stata una riprogettazione, per cercare anche in questa situazione di essere vicini e prossimi.
Un pensiero particolare va ovviamente ai servizi per gli anziani, che sono le persone più colpite e più vulnerabili. E, a tale proposito, lasciatemi dire un grande grazie a tutti gli operatori di questi servizi, sia delle strutture che dei servizi domiciliari, sia i nostri, in gestione pubblica, che quelli in accreditati o in gestione privata; un grazie per il non facile lavoro di cura e protezione che stanno continuando, per la relazione con le famiglie. Un grande grazie alla nostra azienda sanitaria e a tutto il personale medico e infermieristico che sta supportando questi nostri servizi. Anni di cultura e pratica, alle volte faticosa, di integrazione socio-sanitaria di cui questo territorio è stato protagonista stanno consentendo una prontezza di risposta e una permeabilità tra i due mondi, il sociale e il sanitario, di importanza vitale. Così come i dispositivi di co-progettazione con il Terzo settore, in particolare con la cooperazione sociale, che hanno consentito di riadattare servizi in un clima di grande collaborazione e di vera sussidiarietà
Sono ricchezze ormai consolidate di questo territorio, ma che in momenti difficili come questi riemergono in tutta la loro importanza.
Quella decisione, di potenziare i servizi per famiglie e persone fragili, crediamo non abbia perso la sua validità. Semmai si tratterà di gestire (e lo stiamo già facendo) la dimensione sociale di questa emergenza, e contemporaneamente reinterpretare bisogni e servizi: questa crisi potrà aprirci anche in modo inaspettato a nuovi modi di allestire opportunità di welfare locale.
Così come resta attuale la scelta di caricare un importante Piano di investimenti (oltre 218 milioni di euro sul triennio), fatto di cura della città diffusa, delle principali strutture di interesse pubblico: edilizia scolastica, impiantistica sportiva, cura dei quartieri e del centro storico.
Allo stesso modo, credo restino attuali gli indirizzi strategici individuali nel nostro Dup: Capitale sociale, educazione e conoscenza, attrattività e internazionalizzazione, economia, lavoro e innovazione; resteranno priorità.
Così come avevamo già deciso di intraprendere la strada verso una città sostenibile, ora quella decisione non risulta meno attuale. Anzi. Se, come ci auguriamo, riusciremo ad avere importanti investimenti pubblici per la ricostruzione, questi potranno e dovranno essere utilizzati per accelerare quella transizione ecologica verso la quale eravamo già indirizzati. Oggi ancor più di prima l’idea di un green new deal è un’idea forte e fondamentale. Su questo credo che la riflessione dovrà essere quella del coraggio di investire e della consapevolezza che oggi è chiesto all’investitore pubblico un ruolo determinante, che solo lui può avere”.
“La crisi – ha concluso l’assessore Marchi – dovrà condurci a focalizzare le priorità. Non potremo permetterci di disperdere energie in troppi rivoli. Questo potrà far bene all’azione amministrativa rendendola più efficace ed efficiente ancora più di quanto già non sia. Sarà importante il modo con cui interpreteremo queste priorità, e credo che non potrà prescindere dal saperci tutti più vulnerabili e tutti, come ha detto papa Francesco, sulla stessa barca. Una barca che è ancora in un mare in tempesta, ma che da questo mare in tempesta uscirà e dovrà trovare una nuova rotta, insieme.
Attorno a questa parola insieme, mi permetto di lanciare un appello a tutte le forze politiche, e in modo particolare alle opposizioni.
L’approvazione di questo Bilancio è il primo passo di un cammino che a più tappe ci porterà a definire la via per la ricostruzione. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a definire questa via insieme: iniziamo a costruirla oggi, con un voto non contrario.
Faccio mie in chiusura le parole del presidente Mattarella: ‘Dobbiamo compiere ogni sforzo per non lasciare indietro nessuno. Nella ricostruzione il nostro popolo ha sempre saputo esprimere il meglio di sé. Le prospettive del futuro sono – ancora una volta – alla nostra portata. Abbiamo altre volte superato periodi difficili e drammatici. Vi riusciremo certamente – insieme – anche questa volta’”.
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costruiranno e demoliranno, costruiranno e demoliranno, a vantaggio dei padroni di casa, ovvero semplici personaggi eletti. E pubblicizzati come il cioccolato. Ma che dignita' ?
Gentile Casali (Ivaldo e' un nome bellissimo, ma richiama a un'epoca aristocratica di borghesia, che purtroppo la comunicazione sputtanesca, ha infangato), dicevo che il Conad […]
Questi politici pagati da noi cittadini, che dovrebbero curare i nostri interessi, diventano i nostri nemici. E poi si stupiscono che ci vada sempre meno