Reggio. In Consiglio comunale passa mozione su guerra in Medioriente e richiesta di pace

consiglio comunale Reggio

Il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha approvato lunedì 16 (il centrodestra ha deciso di non votare) un ordine del giorno urgente sul conflitto in Medioriente e la richiesta di pace. L’odg è stato presentato a firma dei consiglieri comunali Marwa Mahmoud, Gianluca Cantergiani, Davide Corradi, Fabiana Montanari e Cinzia Ruozzi (tutti del Partito democratico), Paolo Burani (Europa Verde) e Palmina Perri (Reggio E’).

Pubblichiamo qui sotto il testo originale, compresi gli evidenti errori grammaticali e sintattici del testo.

“Ordine del giorno urgente art 19 su conflitto in Medioriente e richiesta pace nel conflitto israeliano palestinese

Premesso che

Nella giornata di sabato 7 ottobre l’organizzazione politica paramilitare di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza dal 2007, ha guidato un’offensiva militare a danno di Israele causando un’azione di guerra terroristica contro decine di giovani ad un rave party, a famiglie, a bambini e agli anziani dei Kibbutz oltre ad aver rapito decine di ostaggi civili, portandoli all’interno della Striscia di Gaza come scudi umani. Al momento sono oltre 1.400 i morti in Israele per l’attacco di Hamas, è quanto riporta l’Ufficio del primo Ministro citato dai media internazionali. Si tratta del primo conflitto all’interno del territorio de iure di Israele dalla guerra arabo-israeliana del 1948.

Israele, a seguito dell’attacco di Hamas, ha formalmente dichiarato guerra per la prima volta dalla conflitto dello Yom Kippur del 1973.

Considerato che

Condanniamo con forza e senza alcuna ambiguità l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e appoggiamo la volontà di Israele nella difesa della sua popolazione e dei suoi territori.
Non c’è nessuna causa che possa giustificare un’azione di guerra terroristica come quella che abbiamo visto sabato scorso. Questa condanna non può venire meno neppure in questi giorni drammatici in cui vediamo cadere altre vittime, anch’esse civili, da parte palestinese. Non è la contabilità delle vittime che fa diminuire la gravità assoluta di quell’attacco premeditato e lungamente preparato da Hamas che ancora una volta, e oggi con maggiore disprezzo della vita, sta mettendo a repentaglio l’esistenza di oltre due milioni di Palestinesi che vivono a Gaza.

Così come è sacrosanto lavorare perché il diritto di Israele a rispondere militarmente all’aggressione di Hamas, è necessario che questo avvenga nel pieno rispetto del diritto internazionale.

E’ fondamentale agire per l’incolumità di ogni civile palestinese per limitare e contenere i danni alle infrastrutture civili e pubbliche (scuole, ospedali, ambiti residenziali, uffici pubblici).

L’assedio totale della Striscia di Gaza, un territorio ricordiamolo in cui il 40% dei residenti non ha ancora compiuto quindici anni, non deve portare a un nuovo massacro. I bombardamenti indiscriminati e l’ultimatum di 24 ore per l’evacuazione di 1,1 milioni di persone dal nord di Gaza hanno rischiato e rischiano di provocare una strage di civili palestinesi.

Hamas non è il popolo palestinese. Sconfiggere militarmente Hamas dunque non può comportare l’annientamento
della popolazione di Gaza. Un uso indiscriminato della forza bellica ai danni di civili e infrastrutture pubbliche,
rischia di produrre in futuro altri episodi in cui la dignità della vita umana viene completamente cancellata dai terroristi.

Evidenziato che

L’appello dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per revocare l’ultimatum deve essere sostenuto insieme alla richiesta di corridoi umanitari per consentire l’uscita di tutti i civili che vogliono uscire da quella gabbia mortale, a cominciare dai bambini e dalle persone più fragili. Non possiamo assistere ad una nuova catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza che, lungi dal portare sicurezza e pace in Israele, avrebbe come conseguenza solo quella di accrescere i lutti, l’odio e la violenza.

Preso atto che

E’ essenziale usare tutti i canali formali e informali per raggiungere questi obiettivi anche attraverso una tregua umanitaria, così come proposto dall’Egitto. L’Europa può e deve fare la sua parte, a fianco degli Stati Uniti d’America, nel dialogo con i Paesi Arabi dell’area. La condanna della Lega Araba e le parole dello stesso Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen devono portarci a costruire una coalizione più ampia possibile per sconfiggere, anche politicamente, le fazioni violente ed estremiste del campo palestinese.

Considerato inoltre che

-il Comune di Reggio nell’Emilia ha avviato da anni un proficuo e fattivo confronto con la Municipalità di Beit Jala, in Cisgiordania, al fine di instaurare rapporti di amicizia, sostegno solidale, collaborazione, finalizzati anche a promuovere e valorizzare le reciproche risorse culturali, educative, sportive e economiche;

– il legame tra il territorio reggiano e la Palestina viene ufficializzato tramite il Patto di gemellaggio siglato tra la Provincia di Reggio Emilia e il Governatorato di Betlemme il 28 aprile 1999, seguito il 14 maggio 2005 dalla sigla di una Dichiarazione di Amicizia tra la città di Reggio nell’Emilia e la città di Beit Jala;

In particolare

– che il 21 gennaio 2019 è stato approvato con delibera in seduta di Consiglio comunale la proposta di “Patto di gemellaggio fra la città di Reggio Emilia e la città di Beit Jala per lo sviluppo dei rapporti di amicizia, solidarietà e cooperazione” che ha poi previsto una doppia firma sia nel Comune di Reggio Emilia che in quello di Beit Jala, quest’ultima avvenuta poche settimane fa con una delegazione istituzionale che si è recata in Palestina dove il patto è stato siglato il 21 settembre giornata internazionale della Pace.

– durante la missione la delegazione ha incontrato sempre il 21 settembre a Beit Jala alcune famiglie dell’associazione Parents Circle – Families Forum e la loro portavoce Robi Damelin. Parents Circle Families Forum è un’organizzazione pacifista composta esclusivamente da famiglie israeliane e palestinesi che hanno avuto in
comune la sorte di vedere i propri familiari morire a causa del conflitto. Sono anche famiglie che non hanno voluto reagire al trauma del lutto con la volontà di vendetta e di odio, ma hanno preferito ricercare il dialogo e la riconciliazione con l’altro, per arrestare lo spargimento di sangue e operare a favore della pace. Parents Circle è
nata nel 1995, per iniziativa di Yitzhak Frankenthal, il cui figlio Arik era stato rapito e ucciso da affiliati ad Hamas l’anno precedente. Oggi ne fanno parte seicento famiglie israeliane e palestinesi che conducono un’azione comune per la costruzione della pace. Molte le attività promosse dall’associazione: incontri di dialogo per giovani delle due comunità, meeting pubblici tra le famiglie delle vittime, azioni di solidarietà e programmi educativi con il coinvolgimento delle due parti, sito internet in versione araba ed ebraica,

– Nel corso di quella giornata Parents Circle Families Forum ha presentato per la prima volta questo appello che ispira questa stessa mozione: “Noi bambine e bambini palestinesi e israeliani in lutto del Parents Circle – Families
Forum che abbiamo pagato il prezzo più alto nel conflitto in corso. Siamo oggi, nella giornata internazionale della pace, a firmare una carta che vuole ispirare i giovani di tutto il mondo

Noi ci impegniamo per una vita di nonviolenza e riconciliazione

Noi promettiamo di ascoltare con empatia e comprensione il prossimo

Anche quando non saremo d’accordo

Noi crediamo nel potere di un dialogo onesto

Noi aspiriamo a una carta universale di riconciliazione e di diritti umani per tutti.”

Ciò detto

Ora è il tempo per agire ogni tentativo per evitare un’escalation del conflitto e nuove vittime innocenti. L’appello che rivolgiamo è di liberare gli ostaggi, che non possono essere usati come scudi umani. Bisogna lavorare perché il diritto di Israele a difendersi dall’aggressione e di contrastare e fermare il terrorismo di Hamas si realizzi nel rispetto del diritto internazionale e proteggendo la vita dei civili palestinesi e dei tanti che non riconoscono Hamas come rappresentante del Popolo Palestinese.

Chiamiamo tutta la comunità internazionale a ogni sforzo per far valere le ragioni della convivenza pacifica tra due Popoli e due Stati. Non possiamo assistere ad una catastrofe umanitaria a Gaza che, lungi dal portare sicurezza e pace ad Israele, avrebbe come conseguenza di accrescere una spirale di odio e violenza, che potrebbe estendersi all’intera regione”.

Il Consiglio Comunale di Reggio Emilia impegna il Sindaco e la Giunta

● a convocare il Coordinamento di gemellaggio per la realizzazione pratica delle azioni utili ad alimentare il gemellaggio stesso, coordinato dalla Fondazione E35 per la progettazione internazionale al fine di valorizzare il protagonismo dei cittadini singoli o riuniti in organizzazioni, anche al fine di promuovere momenti di approfondimento e informazione rivolti alla cittadinanza,

● a illuminare coi colori della bandiera della pace i principali luoghi simbolo della nostra città

● a condividere con le città gemelle e partner del Comune la campagna di comunicazione-sensibilizzazione “Voglio farvi una piccola domanda: voi la volete la guerra?” promossa da Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia, Fondazione Reggio Children Centro Loris Malaguzzi e Reggio Children Srl

Consiglieri comunali

Marwa Mahmoud (PD)
Gianluca cantergiani (PD)
Davide Corradi (PD)
Fabiana Montanari (PD)
Cinzia Ruozzi (PD)
Paolo Burani (Europa Verde)
Palmina Perri (Reggio E’)”.



C'è 1 Commento

Partecipa anche tu
  1. Roberto

    Grazie ragazzi, ora la pace sarà sicuramente assicurata. Ora se avete 5 minuti tornate a lavorare per la città.


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