Intelligenza artificiale, in Regione la lezione di Federico Faggin

Federico-Faggin

Nemmeno la forma più evoluta di Intelligenza artificiale potrà mai sostituire l’uomo. Perché nell’essere umano esiste qualcosa di irriducibile al sapere delle macchine: la coscienza di sé, il libero arbitrio, il dubbio, i sentimenti.

Parte da questa riflessione, critica nei confronti degli approcci scientifici che descrivono l’essere umano come una macchina biologica analoga a un computer o a un robot, la lezione magistrale aperta al pubblico che il professor Federico Faggin svolgerà, su invito e grazie all’organizzazione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, lunedì 6 maggio dalle ore 11 alle ore 12.30 nella Sala XX Maggio della Regione in Viale della Fiera 8 (Terza torre) a Bologna.

Federico Faggin, fisico, imprenditore e inventore italo-statunitense, ha legato la propria fama internazionale allo sviluppo della tecnologia che ha consentito la fabbricazione dei microprocessori e per aver fondato, nel 1986, e diretto l’azienda che ideò e produsse i primi touch screen (schermo sensibile al tocco).

La sua lezione magistrale conclude il primo anno di iniziative promosse dall’Assemblea legislativa sul tema dell’Intelligenza artificiale, con un’attenzione particolare alla formazione dei giovani, che hanno visto il coinvolgimento di duemila fra studenti e docenti delle scuole dell’Emilia-Romagna. Oltre alla nascita del progetto “Savia”, che, sempre su iniziativa dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, utilizza sistemi di intelligenza artificiale nel supporto alla qualità delle leggi regionali.

Introducono l’incontro la presidente dell’Assemblea legislativa e Leonardo Draghetti, direttore generale.

Federico Faggin nasce a Vicenza nel 1941 e dopo gli studi superiori viene assunto nel Laboratorio di Ricerche elettroniche dell’Olivetti, contribuendo alla progettazione e dirigendo il progetto di un piccolo computer elettronico digitale a transistor. Consegue la laurea in Fisica all’Università degli Studi di Padova ed entra in SGS Fairchild, società generale semiconduttori, per la quale, nel 1967, crea la tecnologia MOS IC con porta di silicio (SGT) che permette di realizzare i microprocessori nonché memorie e sensori di immagine e che viene adottata in tutto il mondo.

Stabilitosi negli USA, nel 1970 Faggin passa alla Intel, dove crea la metodologia random logic design in silicon gate, utilizzata per progettare le prime generazioni di microprocessori della Intel che ancora oggi dominano il mercato dei personal computer. Nel 1986 diviene uno dei fondatori della Synaptics, contribuendo alla diffusione di massa del touchpad.

Innumerevoli sono i premi e le lauree honoris causa di cui è stato insignito Federico Faggin.

Il 19 ottobre 2010 Faggin riceve la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione dal presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, per l’invenzione del microprocessore. Unico italiano presente al Computer History Museum di Mountain View, nel 2011 fonda la Federico e Elvia Faggin Foundation, organizzazione no profit dedicata allo studio scientifico della coscienza attraverso la sponsorizzazione di programmi di ricerca teorica e sperimentale presso università e istituti di ricerca statunitensi.

Il 27 novembre 2019, su iniziativa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Faggin viene insignito della massima onorificenza della Repubblica Italiana: la nomina a Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Nel 2023 a Federico Faggin vengono conferiti il Sigillum Magnum di Ateneo, massima onorificenza dell’Università degli Studi di Bologna, e il Premio Montale Fuori di casa “In Limine”.

Federico Faggin è autore di numerosi libri, fra i quali spiccano “Silicio. Dall’invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza” e “Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura”.

Il contenuto di quest’ultimo volume è alla base della riflessione che Faggin condividerà nell’incontro pubblico organizzato dall’Assemblea legislativa. La chiave è nelle parole dello stesso autore: “Per anni ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi. È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano. In una macchina non c’è alcuna ‘pausa di riflessione’ tra i simboli e l’azione, perché il significato dei simboli, il dubbio e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo”.



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