Reggio. Fermata l’intitolazione di una via a Norma Cossetto, la Lega in Regione: Bonaccini si esprima

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“Cosa pensa la Giunta regionale del caso Cossetto e se intenda esprimere una ferma condanna per l’atteggiamento negazionista assunto dall’Amministrazione del Comune di Reggio Emilia per bocca dell’Assessore con delega alla toponomastica rispetto ad acclarati crimini di guerra”.

Lo chiedono i consiglieri regionali della Lega Michele Facci, Gabriele Delmonte e Maura Catellani dopo che la commissione toponomastica del Comune di Reggio Emilia ha stoppato la procedura l’intitolazione di una strada d3el Comune reggiano a Norma Cossetto, la studentessa triestina brutalizzata nel 1943 a 25 anni dai partigiani titini e poi gettata in una foiba e insignita nel 2005 della medaglia al valor civile (alla memoria). Facci, Delmonte e Catellani nella loro interpellanza ricordano che il Parlamento Italiano ha approvato la Legge 30 marzo 2004, n. 92, recante “Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati”. Il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, in data 9 dicembre 2005, ha conferito la Medaglia d’oro al merito civile alla signora Norma Cossetto con la seguente motivazione “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio. 5 ottobre 1943 – Villa Surani (Istria)”.

I leghisti che hanno presentato una interpellanza alla Giunta Bonaccini ricordano che il 14 settembre 2020, il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha approvato una mozione per l’intitolazione di una via, piazza o locale istituzionale alla signora Norma Cossetto, ma “la Commissione toponomastica del Comune di Reggio Emilia, mettendo in discussione persino l’istruttoria compiuta dalla commissione nazionale che ha assegnato la Medaglia d’Oro al Valor civile a Norma Cossetto, ha sospeso l’iter per l’intitolazione chiedendo che “vengano integrate le notizie storiche che avvallino tale richiesta. In merito alla questione il dottor Storchi (presidente dell’Istoreco, ndr), ha illustrato alla commissione la mancanza di notizie storiche certe e verificate riguardanti le vicissitudini che hanno portato alla cattura e all’uccisione di Norma Cossetto: infatti esistono solo fonti verbali circa l’accaduto, tutte provenienti da una unica fonte, la famiglia (aderente al fascismo anche durante la Repubblica di Salò; il padre morì combattendo a fianco dei nazisti durante la repressione antipartigiana in Istria)…”.

Gli esponenti del Carroccio regionale chiedono quindi alla Giunta Bonaccini di prendere posizione su questo atteggiamento dal momento che “L’Assessore del Comune di Reggio Emilia con delega alla toponomastica, Lanfranco De Franco, ha affermato che “La commissione ha autonomia di valutazione ed è composta da persone competenti anche sotto il profilo storico proprio per fare gli approfondimenti necessari sulle intitolazioni. Ha la nostra piena fiducia”. Facci, Delmonte e Catellani concludono la presentazione del loro atto ispettivo sottolineando che “negare la Shoah, un crimine di genocidio, un crimine contro l’umanità o un crimine di guerra, come sono definiti dallo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, è circostanza aggravante dei delitti di propaganda razzista e di istigazione o incitamento alla commissione di atti razzisti; la legge regionale 03 marzo 2016, n. 3 recante “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna”, all’articolo 3, individua fra le proprie finalità l’«…importanza della memoria collettiva, nel rifiuto del negazionismo storico, quale pratica di cittadinanza attiva per preservare valori fondamentali quali la libertà, la democrazia, il rispetto dei diritti umani…»; ma la città di Reggio Emilia, già nel recente passato è assurta agli onori delle cronache per episodi di negazionismo delle foibe”.