Reggio. Antifascismo, sistemata la “baracchina” di Piero al ponte di San Pellegrino

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La notte del 28 giugno scorso a pochi passi dal ponte di San Pellegrino, la costruzione conosciuta come ‘Baracchina di Piero’ – un piccolo-grande luogo simbolo legato alla Resistenza e all’Antifascismo in cui, dopo la Liberazione, aveva ripreso a lavorare come meccanico per biciclette il partigiano Peter – era stata vandalizzata con croci celtiche e scritte inneggianti al nazismo.

“Un atto molto grave, vigliacco e vergognoso che condanniamo con fermezza” avevano dichiarato, sin dalle prime ore, il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, e il presidente dell’Anpi provinciale Ermete Fiaccadori.

Ora il writer Neko ha provveduto a ripulire dalle scritte la Baracchina, che è caratterizzata da disegni che ne evocavano storia e identità, riportandola allo stato e alla dignità originali. E stasera, alle ore 18, per festeggiare questa ‘seconda Liberazione’ della Baracchina del partigiano Peter, gli stessi sindaco e presidente dell’Anpi, insieme con l’assessore Lanfranco de Franco, partecipano a un incontro di restituzione alla città di questo luogo.

Quel mecanico si chiamava Piero Canovi ed era un partigiano, durante la Resistenza con il nome di battaglia Peter. Operò in diverse zone reggiane, dalla pianura a Ligonchio, prendendo parte all’attacco al Comando della Wermacht ad Albinea e ai presidi di Cerrè Marabino, Scandiano e Regnano. Un partigiano reggiano, che ha contribuito con la lotta, alla Liberazione della sua città e del suo Paese.

Nella Baracchina, terminata la guerra, aveva poi aperto la sua officina, in cui riparava le bici. Dopo la morte di Peter, il luogo è diventato uno dei simboli della lotta antifascista di Reggio Emilia, un luogo di storia e memoria.

“Lo avevamo promesso, come città Medaglia d’Oro della Resistenza e lo abbiamo fatto – afferma il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi – L’odio, l’intolleranza e l’incitamento al nazifascismo non saranno mai di casa qui. Voglio ringraziare in particolare l’Anpi di Reggio Emilia per essersi immediatamente attivata e aver trovato il writer che ci ha aiutato a cancellare un vero e proprio scempio alla nostra storia e alla nostra memoria. Grazie a chi ha lavorato tutto il giorno e più in generale ai tanti che in queste settimane – ognuno a modo proprio: chi con presidi, con manifestazioni o anche apponendo dei drappi a oscurare quei simboli di morte – hanno permesso che non calasse una coltre di silenzio su un episodio che i soliti ‘smemorati in servizio permanente’ vorrebbero far passare come una ragazzata, ma che tale non è”.

“La svastica e la croce celtica apparse nella notte degli ultimi giorni di giugno nella Baracchina di Piero Canovi ‘Peter’ vicino al ponte del Crostolo a San Pellegrino sono state rimosse. L’impegno assunto allora da tanti ed anche dal sindaco Luca Vecchi è stato onorato – afferma Ermete Fiaccadori, presidente dell’Anpi provinciale – La nostra città ha dimostrato, ancora una volta, di non accettare l’odio, l’intolleranza e la propaganda nazifascista.

“Questo fatto, insieme a tanti altri, ha dimostrato come il nostro Paese non ha ancora fatto i conti con il fascismo e la sua eredità. L’impegno assunto nel 1952 con la legge Scelba di insegnare nelle scuole cosa è stato il fascismo non ha avuto seguito. Quella verità storica è stata sistematicamente nascosta e la prova inoppugnabile viene ‘dall’armadio della vergogna’, che ha occultato per 50 anni i fascicoli di 695 eccidi commessi da nazisti e fascisti durante la lotta di Liberazione ed insabbiati per una precisa scelta politica voluta dal nostro Paese e dall’alleanza atlantica.

“La recente crescita dei movimenti neonazisti – conclude Fiaccadori – trova un pericoloso alimento proprio nella mancanza di conoscenza dei fatti accaduti e del loro significato e dalle notizie false, le cosiddette fake news, che circolano liberamente nel web e soprattutto tra i giovani. L’Anpi anche di questi temi discuterà al prossimo congresso, per rinnovare la memoria e le ragioni della lotta di Liberazione e per ribadire e rafforzare il nostro stato democratico e costituzionale”.

“Grazie in particolare alla sezione Anpi Risorgimento, e in particolare a Paolo Rozzi, e all’artista Neko che hanno collaborato per ripristinare l’opera di Hyper, riportandola com’era stata realizzata anni fa – dichiara l’assessore alla Partecipazione, Lanfranco de Franco – Un bel lavoro di squadra tra associazioni e cittadini che cancella scritte offensive per la storia della Baracchina di Piero e la città di Reggio Emilia, Medaglia d’oro per la Resistenza. Siamo sicuri che a Reggio ci saranno sempre persone disponibili a ripristinare o aumentare i simboli della nostra storia di democrazia e antifascismo, perché questi valori sono parte del nostro Dna”.